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domenica 6 maggio 2018 | 23:23
Politica

Quote rosa, Bausone (Pd): «Calabria indietro, il partito faccia la sua parte» - Notizie

L’esponente catanzarese dei democrat ha lanciato il suo appello dal palco dell’iniziativa nazionale promossa dalla parlamentare Silvia Fregolent

di Redazione

La denuncia arriva direttamente dal palco romano dell’iniziativa “Le donne tra voto e realtà” promossa dall’onorevole Silvia Fregolent, responsabile del dipartimento pari opportunità del Pd nazionale e da Titti di Salvo, responsabile del dipartimento mamme.Un evento importante sull’analisi del voto di genere nell’ultima tornata elettorale e sulle prospettive della rappresentanza politica femminile che ha visto presenti le ministre Anna Finocchiaro e Valeria Fedeli, l’onorevole Valeria Valente e Simona Flavia Malpezzi, la senatrice Anna Maria Parente. Sono intervenute la vicepresidente del Pd Barbara Pollastrini, l’onorevole Lucia Annibali e Lisa Noja, l’europarlamentare Pina Picierno e la leader di “Towanda Dem” Francesca Puglisi.

 

Alessia Bausone, giurista e attivista democrat per i diritti civili, salendo sul palco ha subito portato solidarietà «ai dipendenti del Partito Democratico nazionale in cassa integrazione e a rischio licenziamento».«Una delle maggiori sfide odierne relativa alla rappresentanza politica femminile – ha continuato Bausone affrontando il tema dell’incontro - riguarda la nostra presenza nei consigli regionali, ancora molto scarsa e spesso ostracizzata. La percentuale di donne elette fino al 2012 è stata irrisoria e nel 2016 era il 18% del totale. La riforma più incisiva porta il nome di Pina Maturani ed è la legge 20 del 2016 che obbliga le Regioni a sanare lo squilibrio palese nei consigli regionali introducendo la doppia preferenza di genere e le quote rosa nelle liste elettorali».

 

Per l’esponente calabrese del Pd, «la storica (e triste) sotto-rappresentanza delle donne nelle assemblee regionali, dovuta a fattori culturali, economici e sociali, ha reso necessaria l’introduzione di misure specifiche volte a dare effettività ad un principio di eguaglianza astrattamente sancito, ma non compiutamente realizzato nella prassi politica ed elettorale».

 

Nonostante oggi il quadro normativo, costituzionale e statutario delle Regioni sia complessivamente ispirato al principio fondamentale della effettiva parità tra i sessi nella rappresentanza politica, ha spiegato Bausone, «si deve rilevare che talune Regioni italiane a guida Pd tra cui Piemonte, Basilicata e Calabria non hanno adeguato la propria legislazione elettorale alla legge Maturani».

 

Ed è sulla Calabria, in particolare, che punta il dito: «La legge elettorale calabrese oggi prevede soltanto che nelle liste elettorali debbano essere presenti candidati di entrambi i sessi. Una misura assai blanda, mutuata dalla vecchia legge elettorale della Valle d'Aosta, in cui manca completamente un preciso limite in percentuale per i candidati dello stesso sesso in lista». Ecco perché, a suo dire, le donne elette devono farsi promotrici di «ogni attività, anche parlamentare, idonea a sollecitare i consigli regionali che si arroccano su posizioni a danno delle donne in spregio alla legge».