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giovedì 21 giugno 2018 | 14:55
Sport

Crotone, presentato il torneo in memoria di Dodò Gabriele - Notizie

Si disputerà proprio sui campetti dove il 25 giugno del 2009 il piccolo fu ucciso mentre stava giocando a pallone

di Giuseppe Laratta

Ritorna “Liberi di giocare”, il torneo di calcetto in memoria di Dodò Gabriele, il ragazzino di 11 anni ucciso per sbaglio il 25 giugno del 2009 mentre stava giocando a pallone su un campetto in contrada Margherita, a Crotone. Questa mattina è avvenuta la presentazione, alla presenza di Giovanni Gabriele, padre di Dodò, del referente provinciale di Libera Antonio Tata, del presidente provinciale della Lnd Pino Talarico, e del vicepresidente della sezione crotonese dell'Aia Francesco Livadoti. Parteciperanno sei squadre: l'Academy Crotone, Calcio Lamezia, la formazione femminile del Crotone Calcio, il Real Cosenza, la Reggina 1914, e lo Sporting Club Corigliano.

 

«I bambini devono essere bambini – ha dichiarato Giovanni Gabriele – noi adulti insieme a loro dobbiamo combattere questo cancro. I bimbi devono essere liberi di giocare, liberi di fare qualsiasi cosa. Ogni anno è sempre un pugno allo stomaco perchè è un giorno maledetto il 25 giugno (giorno in cui si terrà il torneo n.d.r.), però insieme a Libera, alla Figc, l'abbiamo trasformato in un giorno di festa. Invito la cittadinanza a partecipare per dire da che parte stare: una partecipazione massiccia ci fa scegliere se stare dalla parte di Dodò, oppure dalla parte dei mafiosi».

 

«Continuiamo, come ogni anno da quel triste 25 giugno 2009, a giocare liberi – ha dichiarato Antonio Tata – ricordiamo Dodò, ma vogliamo riaffermare che quello che gli è capitato non deve mai più succedere. Giocare a pallone è un diritto per i ragazzini e devono farlo in libertà, sicuri, nel rispetto delle leggi, e soprattutto nella gioia. Per ottenere questo risultato, l'impegno deve essere di tutti, non solo delle Forze dell'Ordine e della Magistratura: se non ci siamo noi come cittadini che rispettiamo per primi la legge, e insegniamo ai nostri figli a rispettarla, corriamo il rischio che si ripetano eventi terribili».