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giovedì 18 dicembre 2014 | 09:50
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Usa – Cuba: la caduta del muro - Notizie

I leader dei due paesi hanno annunciato la fine delle tensioni. Dopo 55 anni la ripresa delle relazioni diplomatiche grazie anche l’intervento di Papa Francesco

di redazione

Svolta storica nelle relazioni tra i due paesi. Dopo 55 anni di tensioni il presidente Barak Obama ha annunciato la fine dell’embargo. Svolta resa possibile grazie l’intervento del Canada e soprattutto di papa Francesco, ringraziato espressamente da Obama. L'intesa, fanno sapere da Washington, è giunta dopo oltre un anno di colloqui segreti fra rappresentanti delle due parti, i due leader si erano parlati al telefono in precedenza per 45 minuti, il primo contatto vero e proprio tra le due nazioni dal 1961.

 

I dettagli della svolta - Il primo passo nel riavvicinamento tra i due paesi è stata la liberazione del contractor americano Alan Gross, detenuto a Cuba con l’accusa di spionaggio. Cross era stato arrestato 5 anni fa mentre distribuiva materiale elettronico alla comunità ebraica all’Avana e condannato a 15 anni di prigione. Gli stati Uniti, a loro, volta hanno liberato tre agenti detenuti e condannati per spionaggio. Il disgelo avverrà pian piano. Nel dettaglio, si procederà all’apertura di una ambasciata statunitense a L’Avana. I viaggi saranno autorizzati per motivi educativi, visite di familiari e attività governative. Gli americani che andranno a Cuba potranno portare negli Stati Uniti merce per un valore di 400 dollari, compreso tabacco, sigarette e alcolici, entro 100 dollari.

 

Le parole di Obama - “Siamo davanti ai più grandi cambiamenti nella nostra politica su Cuba in oltre 50 anni, metteremo fine a un approccio obsoleto e che per decenni ha fallito nel promuovere i nostri interessi - ha annunciato Obama - Né il popolo americano né quello cubano vengono aiutati da una politica che ha radici in eventi che hanno avuto luogo prima che la maggior parte di noi fosse nata”. Ancora: “Lasciamoci alle spalle l'eredità sia del colonialismo che del comunismo, la tirannia di cartelli della droga e di elezioni fasulle”.E ha continuato: “Credo che possiamo fare di più per sostenere il popolo cubano e i nostri valori attraverso una politica di impegno costruttivo. Questi cinquant'anni hanno mostrato che l'isolamento non funziona. È ora di un nuovo atteggiamento. Spingere Cuba verso il collasso non è nell'interesse americano”.