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mercoledì 5 dicembre 2018 | 16:20
Cultura

Nicolò (Fi): «Servono fondi per l'Osservatorio sulla violenza» - Notizie

Per assicurare la tutela e la protezione delle vittime di abusi, il consigliere regionale insiste sulla necessità di dotare l'ente di adeguate risorse economiche

di Redazione

Donna vittima di violenza. Immagine di repertorio

«L'Osservatorio regionale sulla violenza alle donne deve essere dotato delle necessarie ed adeguate risorse economiche». È quanto afferma il consigliere regionale alla violenza di genere, Alessandro Nicolò, in una nota. «Il centro, – continua - deve essere posto nelle condizioni di assolvere appieno alle funzioni istituzionali cui è preposto dalla legge n. 38 del 2016 approvata all'unanimità dall'Assemblea quale segno tangibile di un impegno collegiale contro ogni forma di maltrattamento e vessazione nei confronti delle donne. L'adozione di un piano di contrasto regionale alla violenza di genere da parte della Giunta è condizione fondamentale per attingere ai fondi comunitari per i quali spesso negli anni si è registrato un disimpegno automatico».

 

Il consigliere spiega che «l'esiguità dell'impegno finanziario, a sostegno di questa nobile causa, pregiudica il conseguimento degli obiettivi fissati e depotenzia gli interventi, che richiamano una progettualità più ampia. Di conseguenza ne rimarrebbe un testo – continua - che seppur meritevole nei contenuti e nelle finalità che prefigge è incapace tuttavia di incidere concretamente sulla realtà». La nota prosegue con un appello dell'esponente forzista affinchè venga assicurata «tutela, protezione e sostegno alle vittime della violenza di genere, nel rispetto della riservatezza e dell'anonimato e per far riconquistare loro autonomia, indipendenza sociale, personale ed economica. Un ruolo significativo – aggiunge - è quello che potrebbero svolgere i programmi di formazione e di stimolo culturale e di percorsi educativi e formativi anche rispetto all'ulteriore funzione di raccordo tra i vari soggetti istituzionali pubblici (aziende ospedaliere, aziende sanitarie locali) e del settore del partenariato sociale, soprattutto con chi opera nei centri antiviolenza».

 

Nicolò evidenzia che «gli interventi finanziari in materia risultano irrisori soprattutto se paragonati a quelli di altre regioni come la Puglia che, grazie all'attività di programmazione, ha reperito dai fondi comunitari 2018-2020 11 milioni di euro per questo preciso ambito». La svolta, come afferma il consigliere è quella di «introdurre nuovi parametri nella proporzione tra numero di presidi e bacino d'utenza tali servizi potrebbero essere attivati anche in territori al momento sprovvisti, vedi ad esempio la Locride, la Piana di Gioia Tauro nonché l'area Ionica delle province di Cosenza e Crotone. Analogamente le case rifugio attualmente solo 2 rispettivamente a Reggio e Catanzaro potrebbero essere aperte nelle province di Cosenza, Crotone e Vibo».