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lunedì 24 dicembre 2018 | 13:08
Cronaca

Lamezia, l'inno alla vita nell'albero di Natale di Antonio - Notizie

Respiratori, batterie, apparati di ventilazione e tutto ciò che fino ad ora lo ha tenuto in vita addobba lo speciale albero di un giovane ragazzo affetto da distrofia muscolare 

di Tiziana Bagnato

L’albero di Natale di Antonio Saffioti

Un albero decisamente particolare, un vero e proprio inno alla vita quello pensato da Antonio Saffioti, affetto da distrofia muscolare da quando aveva due anni. Una malattia degenerativa la sua che lo ha portato nel tempo a dovere ricorrere a ventilatori polmonari, tubi, mascherine, aspiratori, macchine della tosse per potere continuare il suo percorso di vita.

 

Oggetti determinanti che lui ha voluto riproporre per questo natale come addobbi per il suo albero. Un albero non fine a se stesso ma che lancia un messaggio, quello che la vita va vissuta nonostante tutto e che questi «strumenti che possono sembrare infernali», ci spiega Antonio, sono preziosi, consentono di vivere. E Antonio non tralascia un commento sui costi di queste apparecchiature. Date in comodato uso a chi è affetto da una disabilità grave come la sua, possono avere un costo impegnativo per chi li noleggia o li deve acquistare.

 

Ma non solo. Antonio spiega che a chi li richiede in comodato vengono dati due ventilatori polmonari, ma un solo respiratore e una sola macchina della tosse. Una scelta rischiosa qualora questi dovessero guastarsi.

Raccogliamo l’intervista di Antonio mentre è in quello che definisce il suo “letto –ufficio”, da qui lavora, scrive, usa i social. Ma, ci tiene a precisare, quella a letto è solo una parentesi. Quando le condizioni di salute glielo consentono Antonio vive a pieno la vita pubblica della città. E’ stato vice presidente regionale della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), impegnato in politica e nell’organizzazione di eventi.

 

Antonio non ha nessuna intenzione di stare solo a guardare. Un impegno il suo riversato anche nel presepe che ha realizzato aderendo all’idea di padre Alex Zanotelli di non mettere il bambinello visto che l’Italia sta peccando in termini di accoglienza.