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venerdì 12 aprile 2019 | 11:10
Politica

Regionali, l'ex presidente Nisticò torna in pista «per una rivoluzione culturale» - Notizie

L’ex governatore calabrese porta in campo un progetto ambizioso «volto a riqualificare e rinnovare la classe politica e dirigente»

di Redazione

Giuseppe Nisticò

Ci sarà anche una lista civica con il nome dell'ex presidente della Regione Giuseppe Nisticò, sulla scheda elettorale in occasione delle prossime elezioni regionali in Calabria. Nisticò spiega all'Agi le ragioni della sua scelta di mettere in campo un programma ambizioso: quello di are della sua regione una "Silicon valley". Il suo è una vero e proprio appello alla Calabria.

 

«Dopo una lunga riflessione - dice - sulle condizioni della nostra Calabria, una terra di continue emergenze, mi sento profondamente deluso nel constatare lo stato di degrado in cui versa e soprattutto il fatto che i nostri giovani stiano ormai perdendo completamente la fiducia nelle istituzioni per il loro futuro. Il mio lungo percorso accademico e politico mi ha consentito di acquisire una solida preparazione scientifica ed una esperienza politica a livello regionale, nazionale ed anche europeo. Dopo moltissime e calorose sollecitazioni da parte di amici, mi sono deciso di scendere ancora una volta in campo per le prossime elezioni regionali nel tentativo di realizzare un “Progetto Calabria” volto a riqualificare e rinnovare la classe politica e dirigente della nostra Regione».

 

Rinsaldando legami antichi «con numerosi amici delle varie provincie della Calabria, abbiamo deciso di presentare per le prossime elezioni regionali una lista civica, cristiana e progressista, che comprenda sia figure di alto profilo professionale ed etico della società civile, che giovani sindaci, consiglieri comunali e provinciali, stimati e amati nel territorio, i quali intendono mettere a disposizione le loro energie a beneficio della nostra Regione».« In questo modo - continua - intendiamo chiamare a raccolta gli uomini per bene della società civile, che rappresentano la cosiddetta “maggioranza silenziosa” per attivare insieme a loro un processo di vera e propria “rivoluzione” culturale della nostra regione».