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martedì 16 luglio 2019 | 18:30
Cronaca

Interruzione di pubblico servizio, assolti dirigenti dell'Asp di Reggio - Notizie

Erano accusati dell'interruzione del servizio di posta e di inoltro delle istanze dei cittadini di Locri ma i legali hanno dimostrato l'insussistenza della tesi della Procura

di C. M.

L’Asp di Reggio Calabria

Il giudice monocratico di Locri, Annalisa Natale, ha assolto perché il fatto non sussiste dall’accusa di interruzione di pubblico servizio l’ex commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, il dottor Francesco Sarica, difeso dagli avvocati Renato Russo e Roberto Capria, e la dottoressa Angela Minniti, dirigente dell’ufficio Affari generale della stessa azienda sanitaria, difesa dagli avvocati Seraldo Infantino e Antonio Mazzone. La pubblica accusa, rappresentata dal pm Ezio Arcadi, aveva chiesto la condanna dei due dirigenti alla pena della reclusione di nove mesi per Angela Minniti e di sei mesi per il Francesco Sarica.

La genesi dell'inchiesta

I fatti risalgono all’anno 2014 e il processo è scaturito da un esposto della Uil. A seguito dell’accorpamento della ex Asl di Locri alla neo costituita Asp di Reggio Calabria si verificava, secondo l’accusa, una interruzione del servizio di posta e di inoltro delle istanze dei cittadini di Locri. Tale situazione avrebbe comportato un ritardo nell’adempiere tempestivamente alle esigenze della cittadinanza del centro jonico. E difatti tutta la posta e le richieste dei cittadini venivano quotidianamente trasportate in macchina a Reggio.

Si sarebbe così creata, secondo l’accusa, una difficoltà tale da mettere in pericolo il servizio pubblico, ritardandolo e non consentendo una tempestiva risposta alle istanze degli utenti della sanità locrese. Nella loro discussione le difese hanno evidenziato come l’accorpamento dell’Asl di Locri, avvenuto sulla base di quanto previsto dalla legge, imponeva che la destinazione della posta e delle richieste della popolazione avvenisse presso l’Asp di Reggio, ciò anche per realizzare uno degli scopi della normativa, che è stato quello di evitare un decentramento per alcuni versi propiziatore della gestione locale di interessi in realtà appartenenti al più ampio spettro territoriale previsto dalla legge. Vana inoltre è stata la richiesta del Pubblico Ministero di riammettere la Uil quale parte civile nel procedimento; costituzione che era stata già stata esclusa dal Giudice Monocratico in apertura del dibattimento.