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giovedì 22 agosto 2019 | 20:31
Cronaca

Gli venisse un infarto... ignoti rubano il defibrillatore dalla teca salvavita - Notizie

Il dispositivo era stato installato nel maggio scorso nell'ambito del progetto "Praia Cardiopretetta", messo a punto dall'assessore all'Igiene pubblica e alla Sanità Pasquale Fortunato

di Francesca  Lagatta

La teca vuota

«Complimenti davvero per questo gesto di autentico civismo, siete riusciti nell’impensabile. Questa teca resterà vuota, monumento della vostra stoltezza». L'amaro commento è di Pasquale Fortunato, assessore all'Igiene Pubblica e Sanità della città del comune di Praia a Mare, che nel pomeriggio ha comunicato il furto di uno dei defibrillatori installati a maggio scorso nell'ambito del progetto "Praia Cardio-Protetta". Si tratta di un gesto incomprensibile che ha suscitato l'indignazione dell'intera comunità e che, una volta di più, ha messo in risalto un problema annoso: l'assenza della videosoveglianza a fronte di continui episodi di criminalità e atti vandalici.

Il progetto Praia Cardioprotetta

Il progetto ideato dall'assessore Fortunato ha fatto sì che Praia diventasse il primo comune della provincia di Cosenza, e tra i pochi in Italia, ad adottare un sistema strutturato di cardiopretezione. Sul territorio sono stati installati 15 defibrillatori semi-automatici, rimasti in 14 dopo il furto di questa notte. I dispositivi, installati nelle scuole e nelle principali zone di aggregazione sociale della cittadina, posso essere adoperati da 50 cittadini volontari che grazie a un corso di formazione specifico sono in grado di fronteggiare le emergenze cardiache. I volontari sono stati individuati nel personale, docente e non, degli istituti scolastici e negli esercenti delle attività commerciali a ridosso delle postazioni pubbliche degli impianti salvavita.

«Speriamo non li danneggino o non li rubino»

In previsione di ciò che sarebbe potuto accadere, proprio Fortunato a maggio scorso aveva chiesto la collaborazione per «vigilare e tutelare questi importanti strumenti salva vita al fine di evitarne il danneggiamento, furto od un utilizzo improprio». Poi aveva aggiunto: «È un grande segnale di civiltà e fiducia nel senso civico dei propri cittadini che l’amministrazione comunale ha voluto lanciare, nella certezza che non andrà disperso questo importante patrimonio ideale». E invece il medico urologo ora, suo malgrado, sarà costretto a ricredersi.