Sblocco delle adozioni per aiutare canili e rifugi, Brambilla scrive al governo

Il presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente spiega che riprendere le attività è indispensabile sia per il benessere degli animali che per questioni sociali, morali e di pubblico risparmio

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di Redazione
28 aprile 2020
11:54
L’onorevole Vittoria Brambilla
L’onorevole Vittoria Brambilla

Con un’interrogazione al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro della Salute, Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente ha chiesto al governo se vi è l'intenzione «sbloccare nel più breve tempo possibile le adozioni di cani e gatti e i relativi necessari spostamenti per i controlli preaffido e il trasferimento degli animali nelle abitazioni delle famiglie adottanti».

«In una lettera indirizzata al premier, al ministro della Salute e al direttore generale della sanità animale resa pubblica il 24 aprile scorso - scrive la deputata - le Associazioni animalisti italiani, Ente nazionale protezione animali, Lega Antivivisezione, Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Lega nazionale per la Difesa del Cane e Organizzazione internazionale per la Protezione degli animali hanno chiesto un intervento istituzionale urgente perché le adozioni di cani e gatti – di fatto bloccate a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria – possano pienamente riprendere, come già previsto in Francia fin dal 16 aprile scorso, con l’applicazione delle misure di sicurezza ritenute necessarie».


Nella lettera le associazioni ricordano che negli ultimi due mesi il carico di animali in strutture pubbliche e private ha superato ogni bilancio registrato in periodi di normale attività (oltre centomila cani l’anno nei soli canili censiti e decine di migliaia di gatti) e che la ripresa delle adozioni si rende necessaria non solo per tutelare la salute e il benessere degli animali ma per la funzione sociale, morale e di pubblico risparmio delle adozioni stesse.

«Dal punto di vista delle associazioni – osserva ancora l’interrogante - il testo del Dpcm 26 aprile 2020, pubblicato nella stessa data sul sito del governo, non presenta sostanziali novità». Di qui l’esigenza di un ulteriore intervento per sbloccare le adozioni e decongestionare quindi i rifugi italiani.

 

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