Nel Vibonese

Bimba disabile in gita, la mamma: «Ho lottato per un diritto, Carol si è divertita ma resta l’amarezza»

VIDEO | La vicenda della bimba di Zungri inizialmente esclusa dal viaggio di istruzione per mancanza di un pullman attrezzato. Alla fine a Serra ci è arrivata con un mezzo del Comune. La madre: «Mia figlia merita la felicità»

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di Cristina Iannuzzi
12 giugno 2022
11:33

«Alla fine è andata bene, siamo stati in gita e Carol si è divertita insieme ai suoi compagni, anche se l’amarezza resta». Il dispiacere di una mamma che per ottenere un diritto, ha dovuto lottare con tutte le sue forze

È la storia di Carol, la bimba di 11 anni di Zungri, disabile dalla nascita e costretta su una sedia a rotelle, che ha rischiato di rimanere esclusa dalla gita di classe perché il pullman scelto dalla scuola non era attrezzato con una pedana elevatrice. Quella stessa scuola che – travolta dalla critiche – aveva trovato un’altra ditta di trasporti per garantire un bus attrezzato. Un’operazione che aveva fatto lievitare il costo del biglietto la cui differenza era stata offerta da un anonimo donatore.  Anche se alla fine neppure quella soluzione si è rivelata adatta. Tant’è che la piccola non ha potuto viaggiare nell’autobus con tutti i suoi compagni, ma solo con una parte.
«La battaglia non è stata vinta per come speravo», conferma mamma Rosetta, comunque soddisfatta per avere «riacceso i riflettori sul mondo della disabilità».


«Mia figlia – aggiunge – ha gli stessi diritti dei bambini normodotati. Carol ha il diritto di essere felice e di andare in gita».
Nonostante la vicenda, raccontata dal vice direttore di Lacnews24.it Enrico De Girolamo, abbia varcato i confini regionali, «la scuola non ha ritenuto opportuno contattarci. Ci saremmo aspettati delle scuse che non sono arrivate», commenta amareggiata Rosetta che in uno dei tanti momenti di sconforto aveva pensato di trasferire la figlia in un altro plesso.

La storia di Carol ha scatenato un’ondata di solidarietà. Tanti i messaggi e le offerte di aiuto giunte alla famiglia di Zungri. «Attraverso questa vicenda ho capito che non siamo soli», prosegue la donna che ringrazia quanti l’hanno aiutata e confortata: «Dal sindaco di Serra San Bruno a quello di Zungri, dalle associazioni, fino all’anonimo donatore». Noi famiglie di ragazzi con disabilità rivendichiamo il diritto alla vita e alla felicità dei nostri figli».

Giornalista
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