Sanremo

Amadeus sbanca l’Auditel: mai uno share così alto. Ma Fdi vuole la testa dei dirigenti Rai che sapevano di Fedez

In attesa della finalissima di questa sera montano le polemiche politiche per l’esibizione del rapper. In conferenza stampa “Ama” tira dritto e usa come scudo i risultati che hanno infranto ogni record d’ascolto della Tv italiana

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di Redazione
11 febbraio 2023
18:15
Amadeus (foto Ansa)
Amadeus (foto Ansa)

Marco Mengoni è ancora in testa alla classifica generale alla fine della quarta serata del festival di Sanremo. Poi Ultimo, Lazza, Mr. Rain, Giorgia, Tananai, Madame, Rosa Chemical, Elodie, Colapesce Dimartino, Gianluca Grignani, Coma_cose, Modà, Articolo 31, LDA, Leo Gassmann, Paola & CHiara, Ariete, Mara Sattei, Colla Zio, gIANMARIA, I Cugini di Campagna, Levante, Olly, Anna Oxa, Will, Shari, Sethu. Sono stati 11 milioni 121 mila, pari al 66.5% di share, i telespettatori che hanno seguito in media (dalle 21.25 all'1.59) su Rai1 la quarta serata del Festival di Sanremo, dedicata alle cover e ai duetti, sulle note dei successi degli anni dai '60 ai 2000. La media del 66.5% raccolta ieri dai duetti di Sanremo rappresenta il dato più alto per la serata del venerdì nella storia del festival dal 1987, quando furono introdotte le rilevazioni Auditel: in quell'anno la serata del venerdì ottenne il 67.50%.

Durante la serata di ieri non sono mancati dei cosiddetti fuori programma. Rosa Chemical, durante la sua performance, ha mostrato alle telecamere un sex toys, poi alla fine ha esclamato: «Viva il sesso». Mentre gli Articolo 31, che hanno cantato un medley dei loro pezzi più noti, insieme a Fedez sulle note di "Ohi Maria" hanno gridato: «Giorgia Legalizzala» (chiaro il riferimento alla legalizzazione della marijuana rivolto alla premier Meloni ndr.). Ma il rapper milanese marito di Chiara Ferragni ha fatto infuriare l'esecutivo per altro. La performance della terza puntata del Festival in cui Fedez ha scagliato un'offensiva contro il Governo Meloni e ha strappato una foto del viceministro alle infrastrutture Galeazzo Bignami vestito da nazista. E stasera ci sarà il tanto atteso messaggio del presidente dell'Ucraina Volodymir Zelensky.


Sono seguite un raffica di dichiarazioni, polemiche e botta e risposta sulle varie vicende:

«In Rai sapevano ma nessuno ha fatto nulla, rendendosi di fatto complici del soliloquio politico di Fedez e del suo attacco ad un viceministro della Repubblica. Secondo quanto riportato oggi da Verità, il suo show sarebbe stato provato prima della ufficiale messa in onda. Dettagli inquietanti che stanno venendo fuori e che, se confermati o meglio non smentiti, dovranno necessariamente portare ad un immediato chiarimento. Allo stato, emerge che il palco dell'Ariston si è trasformato, con il consenso e beneplacito proprio della Rai, in una tribuna elettorale». Dichiara Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera.

«Chiediamo con fermezza che i vertici di Viale Mazzini spieghino esattamente le dinamiche della vicenda e agiscano di conseguenza con la massima tempestività. Altrimenti, è evidente che qualcuno, incapace di garantire la pluralità del servizio pubblico, dovrà lasciare quanto prima il suo incarico», aggiunge Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.

«È paradossale la richiesta di dimissioni da parte di FdI dei dirigenti Rai responsabili dell'esibizione di Fedez: sul palco non ha detto o mostrato nulla che già non fosse pubblico e risaputo. Fdi intende governare limitando la libertà di espressione? Tira aria di Minculpop…». Così su Twitter la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi replica ad alcune dichiarazioni di dirigenti di FdI.

«Il doppiopesismo della Rai non è più accettabile. Gli attacchi di Fedez ad un viceministro, con tanto di foto stracciata in diretta, non sono stati una spiazzante improvvisata, ma un vero killeraggio politico di cui i vertici Rai erano consapevoli e che, con compiacenza, hanno permesso. La verità stamane ci racconta addirittura che in un primo momento la foto sventolata dall'indomito rapper fosse prevista a testa giù. Questa è forse democrazia? Chiediamo chiarezza ai vertici Rai perché averne consentito la performance, rileva complicità rispetto ad un vero e proprio attacco ad personam che è lontana dai valori costituzionali e democratici che tanto vengono millantati dal quel palco». Lo dichiara Manlio Messina, vice capogruppo vicario di Fratelli d'Italia alla Camera.

«Le rivelazioni odierne del quotidiano "La Verità" secondo le quali lo show di Fedez era stato provato sul palco sono sconcertanti. E' evidente che i vertici della Rai fossero a conoscenza di ciò che sarebbe accaduto, diversamente, se non ne fossero stati a conoscenza sarebbe ancora più grave. Gli scenari sono quindi due: o un attacco alle Istituzioni avallato dai vertici che poi hanno mentito dicendo che non sapevano nulla, oppure la totale assenza di controlli e di controllo di quanto accade sulla TV pubblica, che è giusto ribadirlo non è proprietà di qualcuno, ma è di tutti i cittadini che con il loro canone garantiscono i lauti stipendi dei vertici e degli artisti. Non basterà una conferenza stampa per buttare la polvere sotto il tappeto questa volta, non basteranno le scuse, ma l'unico atto che ripristinerebbe il decoro del servizio pubblico sarebbero le dimissioni». Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Marco Lisei.

Amadeus, oggi con il 66% non parlo di politica 

«Oggi con il 66% non parlo di politica. Sostengo e difendo l'arte su questo palco a spada tratta. Se c'è qualcuno che non apprezza quest'arte, non lo commento neanche». Amadeus risponde così, in conferenza stampa a Sanremo, a una domanda sulle critiche al festival arrivate in queste ore in particolare da Fratelli d'Italia.

Coletta, mai ricevuto testo del freestyle di Fedez

«Solo nell'imminenza della messa in onda abbiamo saputo che Fedez non avrebbe più portato il testo che ci era stato consegnato da giorni, rifiutandosi di consegnare il nuovo». Lo ha ribadito il direttore Intrattenimento Prime Time Rai Stefano Coletta, tornando sulla vicenda del freestyle di Fedez di due giorni fa. «Noi controlliamo tutti i testi, anche quello dei segmenti minori, ma non abbiamo avuto in consegna nessun testo - ha aggiunto Coletta -. Abbiamo ricevuto tutti i testi degli altri performer: solo Fedez ha cambiato. L'indicazione per tutti era di non fare mai riferimenti politici, seppure non ci fosse una par condicio nazionale, ci sono elezioni regionali. Motivi per cui mi sono fortemente dissociato fin dall'inizio dall'azione di Fedez. Non ero a conoscenza che avrebbe strappato la foto di un viceministro». «Il festival di Sanremo è un prodotto televisivo, e non è sempre il risultato di strumentalizzazioni politiche», ha ribadito Coletta rispondendo a una domanda sulle provocazioni che partono dal palco dell'Ariston. "Pensare che dietro ogni scelta ci sia una strumentalizzazione, davvero non è più civile. Quando si lavora a Sanremo si lavora al prodotto televisivo più importante. Ma è solo un prodotto televisivo".

Santanchè, è un po' comunista ma chi se ne frega   

«Il festival di Sanremo un po' comunista? Sì, ma chi se ne frega, intanto più ci attaccano e più cresciamo, perché ormai gli italiani si sono fatti una coscienza anche nel guardare i programmi tv e sanno giudicare». Così la ministra per il Turismo, Daniela Santanchè, durante un evento a Milano. «Ma come posso criticare Benigni, un'eccellenza, un premio Oscar? - aggiunge - e poi il festival è quella roba lì». Insomma «che festival sarebbe senza polemiche e se non attaccano la destra? - conclude Santanchè - non sarebbe il festival ma qualcos'altro».

Il messaggio del presidente ucraino Zelensky sarà letto questa sera da Amadeus, durante la serata finale del festival di Sanremo, a termine della gara dei Big, intorno all'1.15. Lo conferma Amadeus. Dopo l'esibizione dei 'top five', cioè dei primi cinque in classifica, ci sarà l'esibizione del gruppo ucraino Antytila.

Fuortes, su intervento Zelensky nessuna censura

«Le polemiche sono connaturate al festival», ma sulla vicenda dell'intervento del presidente ucraino Zelensky «sono state particolari: si è parlato di censura, condizionamenti, condizionamenti sul testo: è tutto assolutamente non fondato». Lo dice Carlo Fuortes, ad della Rai, in sala stampa a Sanremo, accanto all'ambasciatore d'Ucraina in Italia Melnyk. «Abbiamo pensato fosse importante ristabilire la verità dei fatti», aggiunge Fuortes.

«La cultura non può stare fuori dalla politica in tempo di guerra. È una piattaforma in cui possono essere sollevati temi sociali, politici, a volte dolorosi. Ne è testimonianza anche il festival di Sanremo, che ha sollevato diverse questioni importanti». Lo ha detto l'ambasciatore dell'Ucraina in Italia Yaroslav Melnyk, giunto a Sanremo, dove questa sera sarà letto il messaggio di Zelensky, preceduto dalle polemiche dei giorni scorsi.

«Desidero ringraziare tutta la squadra della Rai che ha accolto la nostra proposta di leggere il messaggio del nostro presidente, decidendo anche di arricchire l'intervento con un omaggio musicale all'Ucraina». 

«Il palco dell'Ariston è l'occasione di trasmettere la verità e il messaggio di sostegno di cui abbiamo bisogno perché la pace torni sul territorio europeo». Stasera sul palco verrà letto da Amadeus il messaggio del presidente Zelensky. «Una incredibile opportunità per lanciare un messaggio di unità intorno alla difesa dei principali valori congiunti. Un'opportunità per ringraziare anche tutto il popolo italiano per il sostegno ricevuto fin dai primi giorni della guerra della Russia contro il mio Paese», ha aggiunto l'ambasciatore.

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