Richiamo della natura

Sara, la ragazza col tamburo che ha lasciato il lavoro per curarsi l’anima: «Insegno agli altri come nutrire lo spirito»

La giovane calabrese, esperta di tecniche di meditazione e rituali antichi, da due anni vive e si sposta a bordo di un van: «Voglio aiutare le persone a recuperare il benessere psicofisico»

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di Franco Laratta
18 aprile 2023
21:40
Sara Grillo e il suo tamburo sciamanico
Sara Grillo e il suo tamburo sciamanico

Quella di Sara Grillo è una di quelle storie di cui nessuno parla. Perché diversa. Perché così distante eppure così attraente. «Mi chiamo Sara e vivo in Calabria, la mia terra natìa alla quale appartengo. Ospito gente, soprattutto le donne che decidono di fare un ritiro con me. Procuro benessere per me e gli altri. Ho avuto il coraggio della scelta, quella di cambiare lavoro e vita e sono felice».

Sara ha scelto di vivere una vita basata sui ritmi della natura e il contatto con essa. «Questo è fondamentale per il mio benessere mentale, fisico e spirituale. Ciò che ho cambiato per me lo trasmetto ad altre persone che vogliono abbracciare il mio stile di vita o trascorrere del tempo rilassante, per scaricare stress e ritrovare il benessere psicofisico, o per la propria evoluzione interiore».


In un tempo anomalo condizionato dall’odio, dai veleni, dalle pandemia e da una terribile guerra, c’è una donna che in Calabria propone incontri, ritiri di gruppo e individuali. E lo fa con l’utilizzo di strumenti particolari: «Il tamburo sciamanico, le campane tibetane, la voce, le danze, il contatto con la natura, tecniche sciamaniche, tecniche di meditazione e tecniche di visualizzazione».

Sembra di parlare un linguaggio d’altri tempi, la stessa storia sembra antica e lontana. Ma Sara Grillo porta avanti questo progetto da svariati anni. E invita chi lo volesse a seguirla nel suo meraviglioso viaggio.

Sara è un’esperta in tecniche di meditazione, sciamanesimo, rituali antichi, costellazioni familiari e tamburo sciamanico. Ed è un’artista nel senso pieno del termine. «La spiritualità è un bisogno profondo dell' essere umano e infatti l’uomo ha da sempre avvertito la seduzione del trascendente insieme al bisogno di spiritualità. Una spiritualità che riguarda i valori dello spirito, il mondo dei sentimenti. Penso seriamente che l'essere umano abbia bisogno di nutrire di più lo spirito, in quest'epoca di mancanza di fede e di spiritualità. Ci siamo dimenticati di una parte essenziale di noi stessi. Non siamo fatti di solo corpo e mente, e questo pare scontato».

Sara è spesso in giro, in un continuo viaggio fatto di ricerca. É stata sul Pollino, e ora si trova a Monterosso, sul lago Angitola, nel Parco regionale delle Serre: «Personalmente mi sento serena solo se mi occupo del mio spirito, lo faccio attraverso la preghiera, la meditazione, l'arte, il rapporto con la natura, la libertà e soprattutto lo studio e la condivisione con gli altri». Le attività di Sara da circa due anni sono diventate itineranti. «Viaggio e dormo nel mio van. Vado dovunque è necessario, accetto anche inviti nelle vostre case e negli spazi in natura: là dove si forma un cerchio di persone io arrivo».

 

Lei vuole così dimostrare che un altro modo di stare al mondo è possibile: «Oggi manca lo studio del mondo interiore, manca la pratica, e non importa attraverso quali strumenti si porti l'attenzione allo spirito. Può essere qualunque religione, filosofia o visione, purché si mettano in pratica dei principi e pratiche spirituali. Molte frustrazioni e stati d'animo potrebbero dipendere dalla mancanza di attenzione alla nostra anima».

I ragionamenti di Sara sono di una serenità impressionanti: «Accetto i miei limiti, sapendo che sono solo paletti che sto spostando, attraverso il mio personale percorso di crescita. Consapevole che ho ancora tante ferite da guarire e dolori da accettare. Che ho da migliorare il mio carattere e il mio linguaggio. Ma essere sulla strada mi infonde serenità e mi aiuta ad affrontare i momenti di dolore».

«L'ultima consapevolezza cui ho avuto accesso, crescendo, è un senso di gratitudine profondo che pare mi spacchi il petto quando la sento. Questo mi rende grata».
Un’ultima cosa: Sara costruisce tamburi con chi la segue, perché «il tamburo è uno strumento antico, è un potente mezzo di comunicazione per collegarci con il nostro mondo interiore. É un prezioso compagno», confida.

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