Venti di guerra

Nella comunità ucraina calabrese cresce l’allarme per le tensioni con la Russia: «Siamo un popolo libero»

La crisi tra i due Paesi potrebbe sfociare in una invasione dell’Ucraina da parte di Mosca: «Da soli non possiamo farcela, abbiamo bisogno dell’aiuto della Nato e dell’Europa»

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di Giuseppe Addesi
13 febbraio 2022
07:31
foto ANSA
foto ANSA

 Secondo il rapporto annuale Istat, la Calabria si colloca all’ottavo posto, fra le regioni italiane per presenza di cittadini ucraini nella regione. Si registra un totale di 5.720 persone, di cui la maggior parte donne (1416 maschi a fronte di 4304 femmine) con una diminuzione del 3,7% rispetto all’anno precedente. Nella provincia di Vibo Valentia sono presenti 537 ucraini, di cui 371 donne e 166 uomini. I Comuni che accolgono il maggior numero di cittadini del paese est-europeo sono Vibo (156); Pizzo (70); Ricadi (65); Tropea (61). Nel Reggino, gli ucraini residenti sfiorano quasi i 2mila, più di 1.000 nel Catanzarese e quasi 1800 nel Cosentino. 

La presenza di cittadini ucraini in Italia

L’Italia è il primo paese in Europa per presenza di cittadini ucraini, oltre 200.000. Un dato caratterizzante per questa popolazione è l’aiuto che riescono a dare a coloro che sono rimasti nel paese d’origine: solo nel primo semestre 2021 hanno inviato in Ucraina 141 milioni di euro. Alcuni di loro hanno voluto esprimere, pur rimanendo nell’anonimato, il loro punto di vista in merito alla crisi che in queste ore si sta acutizzando facendo temere una possibile invasione da parte delle truppe di Mosca.


I timori per le tensioni tra Ucraina e Russia

Facendosi interprete del pensiero dell’intera comunità, se ne fa portavoce una donna ucraina che svolge l’attività di badante in un centro della provincia vibonese: «Siamo molto preoccupati per quanto sta avvenendo alla frontiera con la Russia. All’Ucraina vengono spesso attribuite origini russe, ma non è così. Noi siamo ucraini. Con una storia, una lingua e una cultura diverse. Ai tempi di Stalin la Russia ci ha affamato prendendo il nostro grano. Oggi Putin ha preso prima la Crimea e il Donbass, poi la nostra industria. Noi siamo un popolo libero dal 1991, vogliamo decidere noi il nostro destino».

Poi, con molta convinzione, aggiunge: «Resisteremo all’aggressione russa, in caso d’invasione, con tutte le nostre forze, ma abbiamo bisogno dell’aiuto della Nato e dell’Europa, da soli non possiamo farcela. La Russia è il passato e noi vogliamo guardare al futuro». Apprensione che cresce di ora in ora per i propri congiunti rimasti in patria, ma anche un grido di dignità urlato dai tanti ucraini che vivono nella provincia vibonese e in Calabria.

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