Catanzaro, Comune revoca concessione ad una birreria. Il Tar: eccesso di potere

Lo scorso novembre la birreria situata nel quartiere marinaro si era vista revocare la concessione per l’occupazione di suolo pubblico su cui era stato installato un dehors
di Luana  Costa
28 febbraio 2017
12:03
Comune di Catanzaro
Comune di Catanzaro

Il provvedimento emesso dall’amministrazione comunale di Catanzaro è illegittimo e in quanto tale è stato annullato. Si è concluso con una pronuncia favorevole, il ricorso proposto dal titolare della Tana del Luppolo, nota birreria del quartiere marinaro, che lo scorso novembre si era vista revocare la concessione per l’occupazione di un’area pubblica su cui l’attività commerciale aveva installato un dehors a servizio dei clienti.

 


La prima sezione del Tribunale amministrativo (presidente Vincenzo Salomone, estensore Francesco Tallaro) ha, infatti, ritenuto l’operato del dirigente del settore Demanio e Patrimonio viziato da eccesso di potere e ha condannato l’amministrazione comunale al pagamento delle spese quantificate in 2mila euro annullando contestualmente il provvedimento di revoca.

 

La querelle ha origine da un controllo effettuato dall’amministrazione comunale nella birreria di via Murano tesa a verificare la conformità delle concessioni rilasciate a cui, a stretto giro, aveva fatto seguito un’ispezione della polizia municipale. Riconosciuto, in un primo tempo, inadempiente per il mancato pagamento del saldo della Tosap, il titolare dell’attività commerciale, nel regolarizzare la propria posizione, aveva comunicato l’avvenuto cambio di denominazione della società. Ma all’avvio dell’istruttoria per il rilascio di una nuova concessione era intervenuta un’ispezione della polizia municipale durante la quale era stato rilevato che la superficie occupata dal dehors eccedeva le dimensioni previste dal regolamento per l’occupazione del suolo pubblico determinando la definitiva revoca della concessione.

 

I giudici amministrativi hanno, però, ritenuto illegittimo il provvedimento adottato poiché risulta “del tutto evidente il travisamento dei presupposti di diritto e di fatto, l’incompletezza dell’istruttoria e l’inadeguatezza della motivazione”. La trasformazione della società non solo non obbligava all’avvio di un’istruttoria per il rilascio di una nuova concessione ma l’estensione dell’area occupata dal dehors non violava i limiti prescritti dal regolamento comunale come, invece, veniva riportato nella nota della polizia municipale.

 

Luana Costa

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