Appalto per la realizzazione del Tribunale di Catanzaro, sequestro annullato per Gatto

Secondo i giudici, c'è una dissonanza tra la descrizione della condotta ascritta a Giuseppe Gatto e l'effettiva contestazione rivolta allo stesso Gatto, che non risulta accusato ‘di turbata libertà degli incanti e falso ideologico’
di Redazione
17 novembre 2015
12:12

L'ordinanza del Tribunale del riesame ha annullato il sequestro preventivo emesso dal gip di Catanzaro il 28 ottobre scorso a carico del costruttore catanzarese Giuseppe Gatto che, secondo la Procura del capoluogo, avrebbe beneficiato di una corsia preferenziale nell'appalto per la realizzazione del nuovo tribunale di Catanzaro: «La prospettazione investigativa della configurabilità del reato di truffa soffre di alcune discrasie sulle quali la difesa di Giuseppe Gatto non ha mancato di soffermarsi».

 


Il sequestro annullato ammonta a poco più di un 1,5 milioni di euro e corrisponderebbe alla differenza tra il prezzo di aggiudicazione dei lavori all'impresa Gatto costruzioni (8,3 milioni) e quello offerto dall'impresa Caruso Costruzione (6,8 milioni), «quale risparmio che ne sarebbe derivato all'ente pubblico in assenza di anomalie e irregolarità nell'affidamento dell'appalto alla Gatto Costruzioni». Anomalie che, in ogni caso, la Procura avrebbe rilevato.

 

Gli imprenditori Giuseppe e Fabio Gatto, accusati anche di turbativa d'asta, abuso d'ufficio e falso, si sarebbero aggiudicati i lavori per l'ampliamento del nuovo tribunale di Catanzaro con «la somma più alta in gara, con il minore ribasso e con un progetto senza nessun reale pregio sia sotto il profilo estetico sia sotto il profilo qualitativo", così come scrivono i sostituti procuratori Fabiana Rapino e Alessandro Prontera nell'avviso di garanzia notificato alle otto persone indagate nella vicenda.
Secondo i giudici, c'è una «dissonanza tra la descrizione della condotta ascritta a Giuseppe Gatto» e «l'effettiva contestazione rivolta allo stesso Gatto», che non è accusato «di turbata libertà degli incanti e falso ideologico». Se Gatto non ha contribuito all'attività «posta in essere dalla commissione per l'esito finale della gara», allora diventa complicato accusarlo di truffa.

 

Gli indagati sono complessivamente otto: Giuseppe (ex presidente di Confindustria Catanzaro) e Fabio Gatto devono rispondere delle accuse di truffa aggravata e inadempimento di contratto di pubbliche forniture. Oltre ai fratelli Gatto, nell'ambito del procedimento sono indagati i membri della commissione di gara del Comune di Catanzaro Giovanni Ciampa, Biagio Cantisani e Luigi Franco; gli imprenditori Ilario Morelli e Michele Fusca, il dirigente della Regione Calabria Massimo Nisticò.

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