Bomba a Lamezia, un’impronta digitale incastra i due giovani (VIDEO)

I due sono ritenuti responsabili anche di un caso di tentata rapina in danno di un’anziana signora. Fondamentali le immagini di videosorveglianza
di Luana  Costa
7 aprile 2017
13:31

Sono state le immagini di videosorveglianza a incastrare i due presunti autori dell’attentato dinamitardo perpetrato la notte del 30 marzo in danno di un noto panificio situato in via Piave a Lamezia Terme. La polizia ha questa mattina tratto in arresto Davide Belville, di 21 anni, e Francesco Gigliotti, di 28 anni; due giovani di Lamezia Terme su cui gravano le pesanti accuse di danneggiamento, possesso di esplosivo ed esplosioni pericolose aggravate dalla metodologia mafiosa. Su disposizione del procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal sostituto procuratore Elio Romano i due giovani sono stati sottoposti a fermo di indiziato di delitto emesso dal Gip di Lamezia Terme.

 


L'accusa di rapina e furto. Contestualmente, Belville e Gigliotti sono ritenuti responsabili di una tentata rapina ai danni di un’anziana donna avvenuto lo scorso 10 marzo. È proprio da questo episodio che si dipana la complessa attività investigativa coordinata dal procuratore della Repubblica, Salvatore Curcio, e che ha condotto gli inquirenti ad una meticolosa operazione di ricostruzione e di confronto sulle immagini acquisite dai sistemi di videosorveglianza privati cittadini. Già il 10 marzo scorso attraverso le telecamere si era riusciti ad identificare i due giovani come gli autori della tentata rapina ma è stato il ritrovamento di un’impronta palmare di Davide Belville impressa sul cofano di un’automobile a fornire la conferma dell’identità agli inquirenti.

 

Le indagini. Applicando le medesime modalità d’indagine gli uomini della squadra mobile di Catanzaro hanno ricostruito il percorso seguito dai due giovani la sera del 30 marzo. Francesco Gigliotti è alla guida di un liberty quando raggiunge l’abitazione di Davide Belville. I due in sella allo scooter si portano in via Piave dove attendono il passaggio di qualche giovane e al momento opportuno piazzano l’ordigno davanti la saracinesca della panetteria. Si tratta di un ordigno di forza “micidiale” tanto da danneggiare otto autovetture parcheggiate nei pressi e sette immobili. Le captazioni telefoniche predisposte sull’utenza di Davide Belville completano poi il quadro indiziario.

 

Secondo quanto riferito stamani dal capo della squadra mobile di Catanzaro, Nino De Sanctis, tra i due sarebbero intercorse fitte comunicazione nei giorni precedenti all’attentano finalizzate a concordare i dettagli e fino alla sera stessa quando, dopo essersi accordati telefonicamente, i due si sarebbero incontrano nei pressi dell’abitazione di Davide Belville e da lì ripartiti in sella allo scooter alla volta di via Piave. L’attentato dinamitardo si inquadra in un contesto mafioso ma il procuratore aggiunto Bombardieri non ha voluto fornire ulteriori dettagli spiegando che si tratta di indagini ancora in corso. “È una mentalità difficile da estirpare – ha chiarito – noi possiamo arrestare all’infinito ma ci sarà sempre qualcuno disposto a prendere il posto di chi lo ha preceduto”. Il magistrato ha lasciato intendere che si sta lavorando ad un’inchiesta prosecuzione di “Nuove leve”.

 

“Si è sfiorata la tragedia – ha specificato il dirigente del commissariato della polizia di Lamezia Terme, Antonio Borelli – quella sera a pochi metri di distanza c’era una rappresentazione teatrale a cui hanno partecipato oltre 700 persone e che è terminata un quarto d’ora dopo l’esplosione”. Il procuratore Salvatore Curcio ha parlato di un gravissimo episodio sollecitando il Comune di Lamezia Terme a predisporre una rete di videosorveglianza sfruttando le linee finanziarie regionali.

 

Luana Costa

Giornalista
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