Caminetti killer

Alcol per accendere il fuoco, in Calabria tre feriti in una settimana. Parla l’esperta: «Ecco perché non farlo mai»

VIDEO | La docente universitaria di chimica inorganica Teresa Mastropietro spiega i pericoli dell'impiego improprio del solvente e suggerisce delle alternative più sicure

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di Salvatore Bruno
16 marzo 2023
22:54

Il 6 marzo scorso una donna di 45 anni è rimasta gravemente ustionata dopo aver cercato di accendere il caminetto con l'alcol a Montalto Uffugo. È stata ricoverata nel reparto specialistico del policlinico di Bari. Tre giorni dopo un incidente analogo ha riguardato una trentenne di Maierato. Un altro episodio si è poi verificato pure a San Marco Argentano.

Vittime dell'imprudenza

Nel complesso quindi tre feriti in una settimana, vittime soprattutto dell'imprudenza. Spruzzare l'alcol etilico per avviare o ravvivare le combustioni rimane più di una cattiva abitudine: è una pratica impropria ancora diffusa però, evidentemente, nelle case di molti calabresi. «Dobbiamo ricordare che l'alcol denaturato è un solvente altamente volatile, per cui ha un'alta propensione a creare vapori. Inoltre ha un basso punto di fiamma. La sostanza quindi, si incendia ad una temperatura non elevata. Per cui i suoi vapori, in miscela con l'ossigeno ed in presenza di un innesco, ovvero una fonte di calore o una semplice scintilla, possono attivare il processo di combustione». A descrivere il processo che determina l'alto rischio di ustioni nell'utilizzo distorto della sostanza a molti di noi familiare, perché largamente impiegata nella disinfezione, è Teresa Mastropietro, docente di chimica inorganica all'Università della Calabria.


La scia invisibile

In sostanza, versare l'alcol direttamente nel caminetto, genera una nuvola di vapori invisibili che seguono la scia del getto alla stregua di un percorso che il fuoco segue poi anche in senso contrario, quindi nella direzione della persona che ha in mano il flacone del solvente. «L'aria intorno alla legna si satura dei vapori dell'alcol e genera una fiammata – spiega Teresa Mastropietro -Tenersi a distanza non è sufficiente a ripararsi poiché la fiamma sfrutta la scia del getto per proseguire la combustione fino al contenitore che si comporta come una bomba molotov, esplodendo».

Prodotti sicuri

«Ci sono certamente dei modi più semplici e sicuri per accendere un camino o, più in generale un fuoco che sia magari un falò o un barbecue – conclude la docente – Basta affidarsi ai prodotti certificati in vendita nei negozi qualificati come le pastiglie comburenti o altri articoli pure di tipo green come la lana di legno imbevuta di cere o paraffina. Hanno tutti un alto profilo di sicurezza, con la raccomandazione di seguire sempre le indicazioni riportate sull'imballaggio».

Giornalista
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