“Caso Fallara”, la Corte d'Appello riapre i giochi: ecco tre nuovi testimoni

La decisione dei giudici di piazza Castello in accoglimento delle richieste difensive. Saranno sentiti l'ex ad della “Multiservizi”, il titolare di una ditta edile ed un impiegato comunale. Acquisita altra documentazione, fra cui la richiesta di rinvio a giudizio del capogruppo Pd, Sebi Romeo
di Consolato Minniti
17 novembre 2016
14:37

La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha deciso per la riapertura dell’istruttoria dibattimentale del processo scaturito dal cosiddetto “caso Fallara”. Dovranno essere sentiti tre nuovi testimoni, così come richiesto dal collegio difensivo. I giudici hanno poi disposto anche una nuova acquisizione documentale. Insomma, il processo che vede alla sbarra l’ex governatore Giuseppe Scopelliti, condannato in primo grado a sei anni di reclusione, vivrà ancora di momenti di particolare intensità nelle prossime udienze previste nelle aule di piazza Castello.

 


I tre nuovi testi. Saranno Giuseppe Vazzana, Nicola Pellegrino e Diego Coppola a sedere sul banco dei testimoni. Il primo, in qualità di amministratore delegato della società partecipata del Comune di Reggio Calabria, “Multiservizi”. Vazzana dovrà riferire dei pagamenti da parte di palazzo San Giorgio alla società stessa. Il secondo teste, Nicola Pellegrino, sarà sentito quale titolare della ditta Pan Costruzioni, aggiudicataria di diverse gare d’appalto indette dal Comune di Reggio, circa la regolarità dei pagamenti effettuati sempre da palazzo San Giorgio. Entrambi i testi sono stati richiesti dall’avvocato Aldo Labate, difensore di Giuseppe Scopelliti. Il terzo testimone presente sarà Diego Coppola, impiegato comunale. Quest’ultimo, invece, è stato richiesto come teste dagli avvocati Carmelo Chirico, Alberto Panuccio e Francesco Giuffré, difensori rispettivamente di Ruggero Ettore De Medici e Domenico D’Amico.

 

La documentazione acquisita. I giudici hanno poi deciso anche per l’acquisizione della trascrizione della conferenza stampa tenuta da Orsola Fallara, il 15 dicembre 2010, «al fine di rende più agevolmente consultabile – scrive la Corte – la prova già acquisita dal giudice di primo grado su supporto informatico); del parere redatto da Antonio Romano; della sentenza emessa nei confronti dell’architetto Bruno Labate; dell’avviso di fissazione preliminare con richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dell’odierno capogruppo Pd in Consiglio regionale, Sebi Romeo, teste chiave dell’accusa insieme a Demetrio Naccari Carlizzi. Viene acquisita anche la relazione al bilancio consuntivo 2010 e le delibere della Giunta comunale 636 del 2007 e 490 del 2008.

 

Le richieste rigettate. Non entreranno nel processo, invece, le richieste riguardanti la testimonianza di Vincenzo Mileto, rappresentante sindacale della Cisl, e di Vincenzo Cuzzola, quale dirigente delle finanze del Comune di Reggio, per «eccessiva genericità dell’oggetto della testimonianza». Quanto a Mileto, sostengono i giudici, «trattasi di soggetto non qualificato per riferire in ordine alla circostanza relativa al pagamento degli stipendi ai dipendenti comunali». Rigettate anche le richieste di testimonianza di Roberto Teti e Nicola Fusaro, come quella del giornalista Giuseppe Baldessarro, che non può qualificarsi come teste di riferimento. Non saranno fra le carte del processo, inoltre, le copie delle interviste rilasciate dal presidente di Confindustria, Andrea Cuzzocrea, ai giornali “Gazzetta del Sud” e “Il quotidiano”, pubblicate il 9 gennaio 2014, «non trattandosi di prove in senso tecnico».

 

Insomma, con la decisione odierna, il processo “Fallara” è ufficialmente riaperto. Toccherà vedere quali altre carte giocheranno le difese per provare a convincere la Corte d’Appello di Reggio Calabria dell’innocenza di Giuseppe Scopelliti e degli ex revisori dei conti di Palazzo San Giorgio.

 

Consolato Minniti

Giornalista
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