Crotone, sequestro dell'impianto turistico: i nomi degli indagati

L'indagine coinvolge otto persone accusate a vario titolo di abuso d'ufficio, falsità e lottizzazione abusiva. Il procuratore Capoccia: «Abbiamo bloccato una devastazione del territorio»
di Redazione
15 febbraio 2017
19:09

"Abbiamo bloccato una devastazione del territorio, una rapina ai danni delle bellezze naturali e della storia". Cosi' il procuratore della Repubblica presso di Crotone, Giuseppe Capoccia (foto dal sito La Provincia Crotonese) , ha motivato il sequestro dell'insediamento turistico denominato "Marine Park Village", in fase di realizzazione a Punta Scifo, sul promontorio di Capocolonna.

 


Sequestro disposto, con decreto d'urgenza, dalla Procura di Crotone e attuato su iniziativa del sostituto procuratore, Gaetano Bono, nell'ambito di una indagine tesa a verificare la regolarità delle autorizzazioni concesse per la realizzazione del Marine Park Village. L'indagine coinvolge otto persone accusate a vario titolo di abuso d'ufficio, falsità e lottizzazione abusiva. Tra gli indagati per abuso d'ufficio figurano due dirigenti del Comune di Crotone, Elisabetta Dominijanni e Gaetano Stabile, un dirigente della Provincia di Crotone, Giuseppe Germinara, un funzionario della Soprintendenza alle belle arti e al paesaggio, Pasquale Lopetrone.

 

 

Sequestrato il “Marine Park Village” di Crotone. Indagati diversi amministratori

 

Lottizzazione abusiva e' l'accusa ipotizzata nei confronti dei titolari del Marine Park Village, i fratelli Armando e Salvatore Scalise, e del direttore dei lavori, Gioacchino Buonaccorsi, mentre il soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone, Mario Pagano e' accusato di falso. Secondo quanto riferito oggi in una conferenza stampa, ognuno a vario titolo avrebbero operato per realizzare un villaggio turistico presentandolo come campeggio all'interno di un agriturismo. "E' intollerabile essere presi in giro dicendo che quello e' un camping agrituristico", ha affermato il procuratore Capoccia.

 

"La gettata di cemento realizzata per costruire una piscina di mille metri quadrati sul mare e' agghiacciante" ha aggiunto il sostituto Bono che coordina le indagini, sottolineando che l'attività' si e' concentrata non solo sulle responsabilità dei titolari, ma anche su quelle dei funzionari pubblici "che anche quando hanno saputo che la prima autorizzazione era illegittima, non hanno fatto nulla per rivedere i propri provvedimenti. Non hanno esercitato il pubblico potere favorendo i titolari del Marine Park Village non revocando l'autorizzazione". (Agi)

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