L’intervista

Da Lamezia il disperato appello di Abdul: «Salvate la mia famiglia dall’orrore dell’Afghanistan»

VIDEO | Il trentenne accolto dalla diocesi di Lamezia Terme si rivolge alle autorità italiane: «Hanno già esploso tre bombe vicino casa mia, ai talebani non piace la nostra gente. Non lasciateci soli» (ASCOLTA L'AUDIO)

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di Cristina Iannuzzi
31 agosto 2021
16:00

«Ho paura per la mia famiglia, hanno già esploso tre bombe vicino a casa mia». Abdul, 30 anni, afgano. Ha lasciato il suo cuore nel terrore dei kalashnikov talebani e della sharia. Il suo cuore e la sua famiglia: madre, quattro sorelle, un fratello e la fidanzata. Da tre anni in Italia, è approdato a gennaio scorso a Lamezia Terme dove ha trovato ospitalità all'Ostello gestito dalla Caritas diocesana guidata da don Fabio Stanizzo: «C’è grande sensibilità sia da parte dei parroci della diocesi che da parte di laici che ci stanno contattando per aiutare questo popolo», afferma il parroco  che ricorda come «l’accoglienza va fatta rispettando i protocolli e leggi del nostro Stato, siamo in attesa di avere indicazioni ufficiali».

Una chiesa pronta ad accogliere i bisognosi come Abdul che «tre mesi fa – ricorda la responsabile del centro interculturale “insieme” Elisabetta Cerminara - si è presentato davanti allo sportello. «Era senza dimora, lo abbiamo accolto e grazie al progetto Apri è stato possibile avviare un percorso di integrazione».


Il sogno di Abdul è quello di trovare un impiego come fabbro per potere sostenere la sua famiglia soprattutto ora che i talebani hanno vietato alle donne in Afghanistan di potere lavorare. «Per la mia famiglia - dice - c'è pericolo, come c'è pericolo anche per tutte le persone che abitano lì. Noi siamo hazara ed i talebani ce l'hanno con noi. A loro non piace la nostra gente - aggiunge - e la uccidono. Non lasciateci soli». Prova a mettersi in contatto con i familiari, ma da giorni non c’è linea. Ci mostra l'ultimo video inviatogli dalla sorella. Si odono gli spari e un via vai di uomini armati che presidiano le strade. «Per favore, aiutateci. Non lasciateci da soli». Ripete Abdul. La sua speranza è che la sua famiglia possa trovare rifugio fuori dall'Afghanistan attraverso canali sicuri.

Giornalista
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