Emergenza cinghiali nel Soveratese, i cacciatori assicurano: «Interventi quotidiani»

VIDEO | Dopo l'allarme lanciato nei giorni scorsi dai cittadini dovuto alla presenza di ungulati nell'area urbana, i selecontrollori specializzati per la caccia al cinghiale, intervengono per tranquillizzare sulle misure che insieme alla Regione si stanno mettendo in campo per arginare il problema

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di Rossella  Galati
6 giugno 2019
06:44

Sono a lavoro i selecontrollori, cacciatori con qualifiche specifiche per contrastare il notevole aumento dei cinghiali che nelle ultime settimane hanno provocato un vero e proprio allarme sociale nel soveratese. Con sempre maggiore frequenza infatti gli ungulati vengono avvistati e immortalati nelle aree urbane, attratti dai rifiuti o dal cibo distribuito ai gatti randagi, complice una notevole adattabilità ecologica che ne favorisce l’aumento con conseguenti disagi a cittadini e automobilisti. «Il problema di questi cinghiali è che sono nati, cresciuti e pasciuti, e quindi si riproducono, nelle zone adiacenti alla città di Soverato – spiega Raffaele Iorfida, coordinatore selecontrollori calabresi -. Noi stiamo intervenendo quasi quotidianamente e nei giorni consentiti. Gli incidenti che si sono verificati nei pressi dello svincolo di Soverato nord sono dovuti al fatto che i cinghiali vanno a grufolare in una sorta di mini discarica che si trova venti metri prima dello svincolo e poi attraversano la superstrada provocando incidenti che a volte possono anche essere molto seri».

La sicurezza dei cittadini al centro

«Chi vede un cinghiale pensa che si possa risolvere tutto con una fucilata ma non è così. Intanto perché noi siamo impossibilitati ad intervenire nei centri abitati.  Abbiamo fatto qualche intervento di emergenza difronte la cittadella regionale in località Germaneto a Catanzaro, nei pressi della rotatoria che porta all’università, insieme ai Carabinieri forestali, sparando chiaramente in condizioni di sicurezza. Nella provincia di Catanzaro siamo oltre 100 e presto ne saranno nominati altri. Il selecontrollore è un cacciatore che ha superato un esame, previo corso di specializzazione. E’ una persona che si aggiorna, studia, spende soldi per l’attrezzatura. Sostanzialmente stiamo mettendo la nostra passione a disposizione della sicurezza dei cittadini, a tutela delle colture agricole e degli agricoltori, della viabilità». Un’emergenza dunque che la Regione sta cercando di fronteggiare grazie anche al supporto degli Ambiti territoriali di caccia.


Interventi tempestivi

«Sono stato in Regione l’altro giorno per discutere di questa vicenda – spiega Pino Maida presidente Atc Cz 2 - e si stanno mettendo in campo decine e decine di selecontrollori con ottimi risultati in termini di abbattimenti ma non sono sufficienti perché la presenza di cinghiali oggi è spaventosa». Iorfida sottolinea poi «l’inadeguatezza della normativa nazionale e di quella regionale poiché si tratta di leggi datate, abbiamo leggi di oltre venti anni fa. Di contro registriamo un decisivo cambio di passo della Regione Calabria: negli ultimi mesi il dirigente generale del dipartimento agricoltura Giacomo Giovinazzo segue personalmente e quotidianamente l’evolversi del selecontrollo che è stato messo in atto tramite una proroga del  vecchio piano del 2016. Insieme al responsabile dell’ufficio caccia Rocco Stranieri hanno velocizzato le cose a tal punto che noi siamo nelle condizioni di intervenire a poche ore dalla comunicazione da parte dell’agricoltore o del cittadino che si deve rivolgere alle autorità competenti e quindi al sindaco, ai Carabinieri, all’Ambtio Territoriale di Caccia». Quella di Soverato è una zona più volte oggetto di monitoraggio e sopralluoghi con decine di selecontrollori sottolinea il coordinatore regionale -. Stiamo intervenendo quasi quotidianamente nelle zone Turrati e dell’Ancinale, abbiamo creato una sorta di cordone, e qui sono stati fatti diversi prelievi. Continuando così puntiamo ad una forte mitigazione del problema».

Il messaggio ai cittadini

«E’ chiaro che nel centro abitato non possiamo intervenire con le armi - ricorda il responsabile dei selettori - perché lo vietano le normative vigenti ma al vaglio della Regione e del dirigente Giovinazzo ci sono metodi sperimentali tra i quali i chiusini per la cattura dei cinghiali che dovrebbero essere gestiti dagli agricoltori stessi, altri dissuasori e strumenti lungo le strade per avvisare gli automobilisti del possibile passaggio di animali. A breve ci saranno novità». Infine una raccomandazione ai cittadini: «Voglio ricordare che il cinghiale è un animale selvatico e come tale va trattato - sottolinea Iorfida -. Sui social vediamo video nei quali anche i bambini si avvicinano. Ma  da questi animali bisogna stare lontani. Basta un semplice rumore, una lampo che si chiude, un rumore metallico per innervosirli e provocare reazioni spiacevoli».

 

 

 

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