Eolico e 'ndrangheta, due condanne

A due imprenditori di Vallefiorita son stati inflitti due anni e due mesi di reclusione con l'accusa di tentata estorsione aggravata
di Gabriella Passariello
10 febbraio 2015
09:20

Catanzaro Eolico e 'ndrangheta. Tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose nei confronti della società Brulli energia spa di Girifalco. È l'accusa in base alla quale il tribunale collegiale di Catanzaro ha condannato  due imprenditori Rocco Mungo di Vallefiorita e Domenico Strumbo di Girifalo a due anni due mesi e venti giorni di reclusione. Secondo la tesi della pubblica accusa  nel maggio 2009 il rappresentate della "Brulli" sarebbe stato avvicinato da un uomo, Giovanni Bruno - successivamente rimasto ucciso in un agguato - il quale avrebbe richiesto alla ditta emiliana il pagamento di una somma di denaro con lo scopo "di agevolare la crescita del territorio" - nonostante né lui né alcuno dei suoi familiari fossero in possesso di terreni legati all'iniziativa. A favorire questo incontro sarebbero stati proprio i due imputati. Il parco eolico di Girifalco è stato sequestrato nel dicembre del 2010 nell'ambito di un'altra inchiesta su presunte irregolarità nella realizzazione delle dodici torri. Giovanni Bruno, secondo gli inquirenti, avrebbe "ereditato" il comando della zona dopo la morte di Vito Tolone, presunto boss della locale ucciso in un agguato mafioso il 31 gennaio 2008  davanti la casa di  riposo di Vallefiorita "Ginestra Hospital". Un omicidio, dunque, da inquadrarsi, secondo le tesi accusatorie nella presunta guerra di mafia tra le cosche operanti a cavallo delle quattro province confinanti, quelle di Reggio Calabria, Vibo Valentia, Catanzaro e Crotone. Una faida nella quale trova posto anche il capitolo dedicato all'eolico.


Gabriella Passariello


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