Estorsione aggravata, in manette esponenti delle cosche del Soveratese

I due arrestati, considerati vicini al clan “Procopio-Lentini-Tripodi, avrebbero preteso del denaro da un imprenditore edile impegnato nella costruzione di ville in un’area del comune di Davoli
di Redazione
15 ottobre 2016
09:28

La Polizia di Stato nel pomeriggio di ieri 14 ottobre, ha eseguito due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dal Gip Distrettuale di Catanzaro nei confronti di: Francesco Procopio, 27 anni, e Teodoro Notaro, 23 anni, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di tentata estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa a carico del titolare di una impresa edile impegnato nella realizzazione di lavori privati ed appalti pubblici.

 


Il provvedimento cautelare in questione è conseguito dalle attività investigative sollecitate dal Procuratore Capo Nicola Gratteri e dalla richiesta avanzata dal Procuratore Aggiunto Vincenzo Luberto e dal Sostituto Procuratore Vincenzo Capomolla a seguito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro afferenti ad una serie di atti di danneggiamento ed intimidazioni, verificatesi nell’ultimo anno, nei confronti di talune imprese impegnate in lavori di costruzione edile nel comprensorio dei comuni del “Basso versante Jonico” di questa provincia.

 

Le attività d’indagine, portate avanti da un team di investigatori permanentemente addetti al contrasto della criminalità organizzata operante nel comprensorio del Soveratese, hanno permesso di accertare il tentativo di estorsione posto in essere dai menzionati indagati nei confronti del titolare di una ditta impegnata nella costruzione di ville in un’area lottizzata nel comune di Davoli.

 

Il tentativo di estorcergli somme di denaro, più volte reiterato, dapprima per una somma di 5mila euro e successivamente di 3mila, aveva determinato nell’imprenditore uno stato di particolare soggezione anche in considerazione della caratura criminale dei soggetti i quali, dopo le intimazioni avvenute nei pressi dell’ ufficio della vittima e rimaste inevase, si aggiravano minacciosamente intorno ai cantieri a bordo di motoveicoli, indossando caschi integrali.

 

In effetti, Francesco Procopio, è figlio di Fiorito 63 anni, e cognato di Michele Lentini, 45 anni, entrambi in atto detenuti, considerati esponenti di spicco dell’omonima cosca “Procopio-Lentini-Tripodi” con influenza nei comuni a sud di Soverato.

 

Notaro è stato rintracciato presso la sua abitazione e, dopo le formalità di rito, tradotto presso la locale Casa Circondariale mentre a Procopio il provvedimento è stato notificato presso la Casa Circondariale di Catanzaro – Siano ove lo stesso era già ristretto per altra causa essendo stato recentemente trovato in possesso di un consistente quantitativo di sostanza stupefacente.

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