L’informativa

Falsi piani terapeutici all’ospedale Pugliese, i bonifici sospetti sui conti delle società del dottor Zullo

Le fiamme gialle hanno setacciato i movimenti bancari della Blu Net e della Endolap riscontrando cospicui flussi di denaro. L'ipotesi di un accordo con le case farmaceutiche e le intercettazioni: «Con i soldi pubblici si è messo in tasca i soldi privati»

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di Luana  Costa
7 giugno 2022
21:45

«È una frode allo Stato che la Corte dei Conti ti fa un culo così, hai capito? Perché tu hai usato la struttura ospedaliera per i tuoi fini privati. Sti soldi perché andavano a finire in questa società, fammi capire?». È aprile del 2019 e in auto tre persone discutono delle attività corsistiche di Fulvio Zullo, medico in forza al reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro, già direttore del dipartimento universitario e oggi imputato nel procedimento sulla redazione di presunte false diagnosi e piani terapeutici per consentire ad alcune pazienti di accedere alla prescrizione gratuita dei farmaci.

Danno al servizio sanitario

Attualmente, la Procura di Catanzaro gli contesta di aver procurato un danno alla pubblica amministrazione pari a 60mila euro prescrivendo piani terapeutici a pazienti che non ne avevano diritto e, in alcuni casi, che non avevano neppure mai fatto accesso all'ospedale Pugliese. Ma le indagini della Guardia di Finanza, nel frattempo, sono andate avanti e nell’aprile del 2019 nell’Audi A6 in uso a Fulvio Zullo pare ne siano al corrente anche i tre che chiacchierano ma intercettati.


Le due società

«Ma non li dichiarava all’ospedale, andavano in un altro conto» spiega al suo interlocutore Pietro D’Alessandro (non indagato), 46 anni, ginecologo di Napoli e ritenuto dagli investigatori «attivo sul fronte dell’organizzazione e svolgimento dei corsi di formazione presso l’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e figura emersa anche dagli accertamenti bancari sulle società Endolap Service e Blu Net». Due realtà societarie finite in una informativa della Guardia di Finanza, nella quale si procede alla ricostruzione della movimentazione di denaro.

Ingenti flussi di denaro

Secondo gli investigatori le due società sarebbero «entrambi indirettamente riconducibili a Fulvio Zullo, attraverso il cognato Fabio Caldarelli (non indagato, ndr)». Dai movimenti bancari emergerebbero infatti «ingenti flussi di denaro dalla Blu Net alla Endolap Service e cospicui flussi di denaro in entrata a fronte di bonifici disposti da aziende farmaceutiche a favore di entrambe le società». Le causali di tali flussi di denaro – secondo quanto si legge nell’informativa – sarebbero da ricercare nella sponsorizzazione di corsi e convegni medici organizzati appunto da Fulvio Zullo ma nei locali dell’ospedale cittadino.

I corsi al Pugliese

In particolare, le parti teoriche si sarebbero svolte nella biblioteca dell’edificio ospedaliero mentre le parti pratiche nelle sale operatorie, senza alcuna autorizzazione da parte della direzione amministrativa del Pugliese Ciaccio sia dell’Università Magna Grecia, «enti che sono risultati all’oscuro di questa prassi seguita dal professor Zullo sin dal 2011». Nella informativa le Fiamme Gialle annotano: «Tale condotta di Zullo è tanto più grave se vista sotto un ulteriore aspetto: l’odierno indagato si è indebitamente servito e continua a servirsi di strutture pubbliche, e conseguentemente di strumentazioni mediche e di personale di pertinenza del reparto ospedaliero, per finalità del tutto estranee a quelle cui tali beni sono destinati: né alla cura dei pazienti ma nemmeno ad un progetto di formazione organizzata di concerto con l’azienda ospedaliera, ovvero con l’università dal momento che tali enti non sono mai stati informati dello svolgimento di questi convegni».

Le case farmaceutiche

All’esito delle attività investigative disposte sulla natura dei bonifici è emerso come questi sarebbero stati disposti «dalle case farmaceutiche a favore della Blu Net e della Endolap Service» a titolo di «pagamenti delle iscrizioni dei corsi ai discenti via via organizzati da Zullo». L’ipotesi degli investigatori è che proprio «Zullo possa aver stretto con aziende farmaceutiche e di prodotti sanitari accordi in base ai quali queste ultime finanzierebbero – attraverso le sponsorizzazioni – corsi o convegni da lui organizzati presso l’azienda ospedaliera in totale assenza di patrocinio né tantomeno di partecipazione diretta» ma non a costo zero. «In cambio di un ritorno economico significativo: Zullo si sarebbe impegnato a favorire le stesse aziende per la vendita di beni presso l’azienda ospedaliera mediante l’utilizzo di quell’eccezionale istituto dell’infungibilità o esclusività».

Gli acquisti in deroga

Le indagini si sono infatti focalizzate su alcune aziende di prodotti medici, ritenute vicine a Zullo. «Alcune fatture sono state pagate in virtù di peculiari procedure legate all’infungibilità o all’esclusività del singolo bene acquistato in deroga al codice degli appalti o anche alle normali procedure di brevi di aggiudicazione di fornitura». Le fiamme gialle hanno così proceduto ad acquisire documentazione riguardante lo specifico reparto di Ostetricia e Ginecologia da cui sarebbe emerso «un cospicuo numero di tali procedure per notevoli importi di spesa tutti posti a carico del servizio sanitario nazionale».

Spese a carico dell'ospedale

Queste le conclusioni: «Mediante lo straordinario istituto dell’infungibilità e dell’esclusività, il dottor Zullo ha avviato e sostenuto l’acquisto di un ingente numero di prodotti medici e dispositivi a vantaggio di determinate aziende, con spese totalmente a carico dell’ospedale catanzarese. Parallelamente le case farmaceutiche e produttrici di dispositivi medici hanno corrisposto a mezzo bonifici cospicui importi per sponsorizzare corsi medici organizzati dalla Blu Net e dalla Endolap Service, entrambe riconducibili a Zullo».

Tre procure

«Tu perché prendi i soldi sulla società Endolap? Con la Endolap Zullo si è fatto i viaggi, ha comprato le macchine» spiega al suo interlocutore in macchina Pietro D’Alessandro nell’aprile del 2019 ben consapevole delle indagini in corso ma evidentemente non di essere intercettato. «Ragazzi stanno ancora indagando. Adesso hanno chiamato un altro, sono tre procure: Catanzaro, Roma e Napoli». «Azz, incrociato! E chi stanno acchiappando Lupin?» risponde con ironia l’interlocutore e lui ribatte: «Questo rischia proprio, il cognato di Zullo (Fabio Caldarelli ndr) ogni giorno si fa sempre più bianco. Sta cacato sotto e io gli ho detto: “tengo a mia sorella qua dentro, cerchiamo di risolvere il problema sennò ti vengo ad uccidere fino a casa”, “Ora la chiudiamo Endolap”, “Eh, eh” ho detto io».

Soldi in tasca

E sempre in riferimento alle attività svolte da Zullo: «Con i soldi pubblici e si è messo in tasca i soldi privati. Non ha capito questo, frode allo Stato». E ancora: «Non ha dichiarato un cazzo» aggiunge ridendo, e l’interlocutore chiede: «E lo hanno denunciato dicendo che i corsisti andavano in sala operatoria» e D’Agostino risponde: «Che Zullo si pigliava i soldi che poi non hanno mai trovato riscontro, capito?»

Giornalista
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