«Scopelliti era vicino alla cosca De Stefano». Processo Gotha, depone un ex ufficiale dei Ros

La testimonianza del maggiore Parrillo conferma quanto contenuto nell'informativa redatta nell'inchiesta Mammasantissima circa il ruolo dell'ex governatore oggi detenuto per il caso Fallara. Spunta anche il nome di un suo fedelissimo negli affari riguardanti 'ndrine e rifiuti

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di Redazione
30 maggio 2018
18:01
Giuseppe Scopelliti
Giuseppe Scopelliti

Giuseppe Scopelliti politico vicino alla cosca De Stefano. Così si esprime il maggiore dei carabinieri, Antonio Parrillo, nel corso dell’udienza del processo “Gotha”, tenutasi questa mattina nell’aula bunker di Reggio Calabria. L’ufficiale dell’Arma ha sostanzialmente ripercorso il contenuto dell’informativa già emersa in sede di esecuzione delle misure cautelari dell’operazione “Mammasantissima”, che ha svelato l’esistenza di una cupola massonico-mafiosa che ha governato le sorti della città di Reggio Calabria per un lungo periodo di tempo.

L'inchiesta Mammasantissima

Al vertice, secondo l’impostazione accusatoria, vi sono Paolo Romeo, avvocato ed ex parlamentare già condannato per concorso esterno, e Giorgio De Stefano, altro avvocato condannato in abbreviato per questo processo a 20 anni di reclusione. E le annate prese in considerazione durante l’udienza, sono state proprio quelle relative al periodo di sindacatura di Giuseppe Scopelliti, oggi detenuto per il “caso Fallara”, ma il cui nome era già abbondantemente emerso nel corso delle indagini preliminari, tanto da essere oggetto anche di una perquisizione domiciliare.


Il ruolo di Alberto Sarra

Ebbene, il maggiore Parrillo, all’epoca dei fatti in servizio al Ros di Reggio Calabria, hanno evidenziato come l’ex sottosegretario della Regione, Alberto Sarra, ritenuto intraneo all’associazione mafiosa nella sua componente riservata, fosse il grimaldello fondamentale, assieme a Romeo, per infiltrare le istituzioni. Sarra sarebbe stato il volto pulito che la ‘ndrangheta avrebbe utilizzato per poter ottenere ingenti finanziamenti. Ma c’è di più. Dall’esame di Parrillo, che ha risposto alle domande del procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, è venuto fuori come gli anni del “modello Reggio” siano stati caratterizzati da una forte vicinanza alla cosca De Stefano. Tanto nel settore dei rifiuti – come testimoniano le ormai note dichiarazioni del pentito Aiello e che chiamano in causa anche l’ex senatore Antonio Caridi – quanto in altri importanti settori della vita cittadina. Insomma, per Parrillo «Scopelliti era cosa dei De Stefano». Nella deposizione spunta anche il nome di Giuseppe Agliano, politico molto vicino all’ex governatore e ritenuto un garante con i De Stefano quanto ai rapporti con la Fata Morgana.

 

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