Inchiesta su Angelo Restuccia, spunta il nome del sindaco di Vibo Elio Costa

Come magistrato avrebbe dovuto interrogare l'imprenditore ma alla fine si sarebbe fatto riparare la sua casa di Capo Vaticano
di Giuseppe Baglivo
13 maggio 2017
08:49
Il sindaco di Vibo Elio Costa
Il sindaco di Vibo Elio Costa

Spunta anche il nome dell’attuale sindaco di Vibo Valentia, Elio Costa, o meglio del “giudice Costa” nel decreto del Tribunale di Reggio Calabria, Sezione “Misure di Prevenzione”, con il quale sono stati sequestrati beni per un valore complessivo di 28 milioni di euro all’imprenditore vibonese Angelo Restuccia, 80 anni, originario di Rombiolo ma residente a Mesiano di Filandari, ritenuto contiguo e funzionale agli interessi dei clan Mancuso e Piromalli.

Costa viene tirato in “ballo” nella sua funzione di magistrato per un presunto mancato interrogatorio nei confronti di Angelo Restuccia e per via di una sua casa a Capo Vaticano che sarebbe stata visionata dall’imprenditore ed oggetto di lavori da parte dei suoi operai.


Questa la ricostruzione degli eventi messa nera su bianco nel decreto di sequestro firmato dai magistrati del Tribunale di Reggio Calabria – in accoglimento di una proposta della Dda - Ornella Pastore, Vincenza Bellini e Alessandra Borselli.

E’ il 10 giugno del 2013 ed Angelo Restuccia nel corso di un dialogo con un'altra persona non meglio identificata - intercettato dagli investigatori – fa riferimento a convocazioni della Guardia di finanza, “specificando – scrivono i giudici del Tribunale di Reggio – che si trattava di lavori edili per la realizzazione di case popolari a Porto Salvo. Nel prosieguo Restuccia, che aveva fatto risalire al 1987 la realizzazione di detti lavori, asseriva di essere riuscito sempre a cavarsela perché andava lui a trovare determinate persone, alludendo verosimilmente ai Tripodi, escludendo ogni tipo di ingerenza delle stesse”. “ Sempre così gli dicevo io, no? E la scivolavo, no?” sono le esatte parole riportate dai giudici nel decreto di sequestro e che sarebbero state pronunciate da Restuccia nel corso dei dialoghi captati.

 

“Che Restuccia stesse parlando della stessa vicenda collegata ai Tripodi, già oggetto di un precedente discorso – scrivono ancora il Tribunale di Reggio – si ricava dalle successive rivelazioni allorquando ha affermato che si era dovuto recare al Tribunale di Vibo Valentia per essere interrogato dalla Pasquin che di fatto aveva chiesto di eseguire l’interrogatorio al suo avvocato”...

 

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Giuseppe Baglivo

 

Giornalista
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