Lamezia, interrotti i lavori sul torrente Turrina: gli agricoltori insorgono

Dopo un mese e mezzo dall'alluvione il corso d'acqua rimane senza argini e il rischio è che possa nuovamente esondare 

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di Tiziana Bagnato
19 novembre 2018
15:15

Piange ancora lacrime e sangue l’azienda agricola Panzarella e con lei tutte quelle che sono state toccate nel Lametino dall’esondazione del torrente Turrina. Oltre ai danni imponenti, difficili da calcolare, ora si è aggiunta anche la beffa: i lavori di ripristino degli argini sono stati interrotti dopo poco.

 


E così la situazione è rimasta invariata. Ogni allerta fa tremare i polsi. Il rischio è che nuovamente la furia delle acque possa riversarsi nei terreni, nelle serre, nei campi.

 

Il tutto mentre, nel caso dell’azienda Panzarella, quella che prima era una fiorente realtà che, tramite un cooperativa, esportava le proprie zucchine in tutta Italia, ora è una landa desolata di sabbia, pietrisco, fango e detriti, anche ingombranti, trascinati dal fiume. Gli stessi che hanno fatto da tappo e hanno inciso sull’esondazione. Perché quel fiume non veniva pulito da anni.

 

A denunciare questa paradossale e allarmante situazione è Antonio Panzarella, figlio del titolare Domenico. A breve avrebbe dovuto prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia e diventare un giovane imprenditore agricolo. Ma il suo futuro è andato in fumo in una notte.

 

Una notte in cui ha piovuto oltre la media ma in cui qualcosa è andato storto perché le mancanze sarebbero evidenti. Da tempo si denunciava che gli argini del torrente erano più bassi della strada e anche quando l’alluvione ne ha distrutto completamente uno non si è intervenuto, portando ad una nuova esondazione una settimana dopo.

 

Ora l’inizio dei lavori e l’abbandono dopo poco. Antonio ci racconta che fa fatica anche ad entrare con i mezzi agricoli nelle serre, il rischio è di rimanere bloccati. La furia dell’acqua ha lasciato in quelli che erano campi il contenuto grottesco del fiume: scaldabagni, pneumatici, radici, canne, pezzi di auto. Tutto quello che incautamente ed incivilmente era stato buttato nel torrente, ha fatto da tappo e il fiume lo ha nuovamente rigurgitato.

 

Intanto, c’è chi ha perso il lavoro, come i quindici lavoratori dell’azienda, come questo  ragazzo che ha visto il suo futuro svanire, come suo padre che ha fatto una vita di sacrifici e sudore per poi vedere tutto scomparire sotto la fanghiglia.

 

Giornalista
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