Lamezia Terme: minacce a un imprenditore simbolo dell'antimafia

Rocco Mangiardi, testimone di giustizia contro le cosche del lametino, ancora vittima di intimidazioni: disegnata una croce sulla porta della sua abitazione.
di redazione
4 gennaio 2015
19:56

Lamezia Terme - Una croce disegnata sulla porta dell'abitazione di Rocco Mangiardi, imprenditore oggi testimone di giustizia. L'episodio risale alla sera della vigilia di Natale, ma è stato reso noto dagli inquirenti solo oggi. E' stato lo stesso Mangiardi a notare il disegno, e a sporgere la denuncia alla Polizia, che ha già avviato le indagini per scoprire gli autori della nuova intimidazione contro un imprenditore da sempre impegnato nella lotta contro la 'ndrangheta del lametino. Tantissimi i messaggi di solidarietà giunti all'imprenditore, dal mondo politico e istituzionale, dalle associazioni antiracket e dai cittadini.

 


Gianni Speranza  (sindaco di Lamezia Terme) - "Esprimo a Rocco Mangiardi la mia vicinanza personale insieme a quella dell’amministrazione comunale e di tutta la comunità lametina. Rinnovo i sentimenti di amicizia e di stima a un padre di famiglia e a un imprenditore che in questi anni ha rappresentato la Lamezia “con la schiena dritta” che reagisce ed è capace di compiere grandi gesti di dignità e di libertà per amore dei propri figli e della propria comunità.
I successi della Magistratura e delle Forze dell’Ordine di questi ultimi anni contro le cosche lametine il risveglio civile della nostra comunità contro la mafia e la mentalità mafiosa sono legati a persone che come Rocco Mangiardi hanno avuto il coraggio di parlare e di ribellarsi, dando a tanti altri imprenditori la forza di reagire e spingendo ognuno di noi a essere protagonista in prima persona della costruzione di un futuro migliore per la nostra terra. All’amico Rocco, dico che tutta la comunità lametina è al suo fianco e lo ringrazio per essere protagonista ogni giorno, con la sua vita e il suo lavoro, del riscatto civile e morale della nostra città".



Ala (ass. antiracket Lamezia) - Le croci rosse disegnate nei pressi dell’abitazione di Rocco Mangiardi e della sua famiglia, hanno suscitato la rabbia e l’indignazione nelle tantissime persone per bene che vivono nella nostra città. Ancor di più queste emozioni le ha provate chi in questi anni è stato sempre nelle stesse trincee nelle quali Rocco ha giganteggiato con il suo coraggio e il suo esempio. Quelle persone, commercianti e imprenditori che hanno seguito il suo esempio ed hanno contribuito fattivamente alla totale disarticolazione di alcune delle cosche lametine, e altri che al loro fianco hanno “testimoniato” dove serviva, da quale parte bisogna stare. Tutte queste persone saranno sempre al fianco di Rocco oggi e ogni qualvolta sarà necessario.
Ci piace poter dire comunque che queste croci esprimono solo la debolezza e la disperazione di chi le ha disegnate, che ha certamente capito che dopo il 9 gennaio del 2009 con la testimonianza di Rocco in Tribunale e decine di colleghi nell’aula ad ascoltarlo, Lamezia ha preso una direzione ben precisa e non ci sono ostacoli o incertezze che la possano far cambiare.



Tano Grasso (presidente onorario della Fondazione antiracket italiana) - La testimonianza di Rocco Mangiardi segna una forte rottura nella realtà di Lamezia Terme e della Calabria: è stata chiara, nitida ed ha individuato fatti e responsabilità precise. Quando si punta l’indice contro i propri estorsori, niente è più come prima. Stamani, questo indice è stato alzato per individuare delle precise responsabilità. Il mio auspicio, adesso, è che si inneschi un processo a catena. E cioè che, dopo la testimonianza di Mangiardi, altri imprenditori si espongano, così come avvenuto a Palermo un anno fa, quando dopo un processo come questo di Lamezia si sono registrate decine di testimonianze. Quella di Lamezia Terme, a questo punto è una situazione sulla quale le istituzioni devono esercitare la massima attenzione. Un’attenzione che è dimostrata dalla presenza in Tribunale, in occasione della deposizione di Mangiardi, del Prefetto di Catanzaro.

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