Scomparve quasi un anno fa, il cadavere ritrovato in un bosco

Del 42enne si erano perse le tracce da Lauria. Il corpo è stato ritrovato da un un cacciatore di funghi lo scorso giugno. L'identità confermata dagli esami del Dna

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di Francesca  Lagatta
11 settembre 2018
13:50
 Mariano Di Lascio
Mariano Di Lascio

Niente più dubbi e nessuna speranza alla quale aggrapparsi, il corpo avvolto in un cellophane ritrovato a contrada Canicella di Lauria nel giugno scorso è quello di Mariano Di Lascio. Lo rivela la relazione peritale medica seguita alle analisi del dna, depositata ieri presso gli uffici del tribunale competente. Il 42enne era scomparso misteriosamente da Lauria il 21 novembre del 2017.

La scomparsa 

Nelle prime ore del mattino di martedì 21 novembre Mariano Di Lascio esce di casa. Gli amici riferiranno poi agli inquirenti che quella mattina Mariano avrebbe avuto un appuntamento, ma nessuno sa dire con chi e soprattutto perché.


Poco dopo le 13, suo fratello Sandro nota l’auto ferma nella piazzola dove verrà poi ritrovata qualche ora più tardi. Quel giorno Mariano non torna a casa per il pranzo, ma le preoccupazioni cominciano verso le 19, quando un amico chiama sua madre per avere notizie: «Lo sto cercando da ore ma ha sempre il telefono staccato».

Il suo papà si recherà a sporgere denuncia nella locale caserma dei carabinieri il mattino successivo. È lì che gli uomini del Soccorso Alpino Basilicata si adoperranno per ritrovarlo, aiutati dagli uomini dell'Unità Cinofila molecolare proveniente dalla Calabria. Questi ultimi accompagnano i quattro zampe addestrati nell’auto lasciata in sosta, ma i cani non vanno oltre, lasciando intendere che non vi siano altre tracce dell’uomo nei paraggi. La circostanza potrebbe ipoteticamente significare che lo scomparso sia sceso dalla sua auto e sia salito su un altro mezzo.

Il ritrovamento

Le ricerche proseguono per mesi senza nessun esito, fino a quando l'11 giugno scorso un cacciatore non segnala la presenza di un corpo in stato di decomposizione nel bosco di Canicella a Lauria. Le voci insistenti di un allontanamento volontario fanno drammaticamente spazio alla possibilità della morte violenta, quando si scopre che gli indumenti che ha ancora addosso il cadavere corrispondono a quelli indossati dal 42enne nel giorno in cui si perdono le tracce. Il capo presenta un grosso foro all’altezza della nuca, compatibile con il proiettile di un fucile. Lo sparo gli ha devastato il volto e lo ha reso irriconoscibile.

La famiglia, in queste ore, è chiusa nel suo dolore e spera in una accelerazione delle indagini, che sono tese a scoprire l'autore o gli autori del crimine. 

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