Le opacità di Calabria Verde e le tangenti sulla filiera del legno

I tagli boschivi al centro di interessi economici per migliaia di euro. La Procura di Castrovillari apre uno spiraglio di luce sulla speculazione legata a uno dei settori più remunerativi dell'economia regionale
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di Salvatore Bruno
27 aprile 2018
16:32

L’operazione Sblocca Tagli condotta dalla procura di Castrovillari, culminata con gli arresti domiciliari inflitti ad Antonella Caruso e Salvatore Procopio, scaturisce dalle incessanti indagini portate avanti dalla magistratura e dai militari impegnati nelle aree boschive della Sila e del Pollino, nell’ambito della cosiddetta filiera del legno, gestita da Calabria Verde, azienda in house della Regione Calabria, non a caso affidata nel marzo del 2016, alle cure di un generale dei carabinieri, l’ex comandante della Legione Calabria Aloisio Mariggiò, collocato ai vertici dell’ente da Mario Oliverio, con l'obiettivo di fare pulizia. Perché l’attività di Calabria Verde, nata per assumere le funzioni dell’Afor, l’Azienda Forestale della Calabria, messa in liquidazione nel 2013, ha spesso peccato in passato di scarsa trasparenza nelle procedure e di inefficacia nel controllo del territorio, soprattutto per quanto concerne alcune aree boschive.

 


Il ruolo di Antonella Caruso

Antonella Caruso, ingegnere, 53 anni, residente a Luzzi, è stata rinviata a giudizio, insieme ad altri otto indagati, in un'altra inchiesta, sempre legata ai ruoli svolti a Calabria Verde, per il rilascio di due concessioni di taglio boschivo in favore dell’imprenditore Marino De Luca di San Giovanni in Fiore, con il sitema della procedura diretta resa possibile dalla falsa attestazione, al ribasso, del quantitativo di legna presente in un bosco del comune di Bocchigliero. Secondo gli inquirenti tale irregolarità avrebbe prodotto un danno per Calabria Verde stimato in oltre 110 mila euro. A focalizzare l'attenzione della procura di Castrovillari su Antonella Caruso sono i carabinieri forestali della stazione di Cava di Melis, nel comune di Longobucco, i quali trasmettono una informativa per denunciare le carenze nell'attività di vigilanza esercitata dalle guardie giurate particolari di Calabria Verde, di cui Antonella Caruso riveste il ruolo di responsabile, in alcuni lotti boscati di proprietà della Regione in cui si verificavano tagli indiscriminati e incontrollati di alberi.

 

La soffiata sull'incontro con l'imprenditore

Si è allora proceduto a controllare i movimenti della funzionaria, anche per accertare la fondatezza di una indiscrezione raccolta dalle forze dell’ordine, secondo la quale l’ingegnere avrebbe dovuto incontrarsi con un imprenditore per ricevere una consistente somma di denaro. Ed in effetti il 2 ottobre del 2017, i carabinieri riescono a filmare l’incontro tra la Caruso e l’imprenditore Antonio Spadafora, 35 anni di San Giovanni in Fiore. Spadafora consegna una busta contenente ventimila euro alla donna per sbloccare una concessione di taglio boschivo sospesa da Calabria Verde nel 2010 senza una ragione precisa, per la quale l’azienda di Spadafora, che da quel taglio contava di poter lucrare circa 400mila euro, aveva già versato una cauzione di circa 15mila euro ed una somma di circa 75mila euro a fronte dei 150mila totali previsti dal contratto di aggiudicazione. Dopo l’incontro, svoltosi in un luogo isolato nei pressi della Fossiata a Longobucco, Antonella Caruso, a bordo della sua Mercedes, si dirige verso Camigliatello Silano, ma i carabinieri la fermano lungo la statale 177 per un controllo. A questo punto l’ingegnere dichiara di aver ricevuto la consistente somma in contanti dalla madre, risparmi messi da parte un po’ alla volta.

 

La mediazione di Salvatore Procopio

L’agronomo è una figura essenziale per la redazione dei progetti di taglio boschivo da presentare a Calabria Verde. Secondo le indagini, sarebbe stato Procopio a suggerire a Spadafora di versare la presunta tangente per sbloccare le concessioni sospese nel 2010. Dopo la consegna dei ventimila euro sia Procopio che Spadafora tentano più volte di mettersi in contatto con la Caruso, la quale però, sospettando di essere attenzionata dai carabinieri, si sottrae alle ripetute telefonate dei due. Spadafora riesce a concordare un nuovo incontro con Antonella Caruso soltanto nel gennaio del 2018, utilizzando una utenza telefonica diversa dalla propria. Ma proprio il giorno prima dell’appuntamento fissato, al quale dovrebbe partecipare anche Procopio, Spadafora viene arrestato nell’ambito dell’operazione Stige della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro.

 

La punta di un iceberg

In questo caso la procura è riuscita a documentare le condotte illecite, costruendo un grave quadro indiziario che ha indotto il Gip di Castrovillari Carmen Ciarcia, ad applicare la misura degli arresti domiciliari ad Antonella Caruso e Salvatore Procopio. Ma resta il sospetto che questo caso di concussione non rappresenti un caso isolato.

Giornalista
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