“Mammasantissima”, Romeo e De Stefano restano in carcere

Le motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame illustrano un panorama desolante della gestione pubblica reggina negli ultimi 20 anni
di Loredana Colloca
10 ottobre 2016
11:07

Paolo Romeo, ex deputato e avvocato con un pedigree di tutto rispetto. Già condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa, storicamente vicino ai gruppi della destra eversiva, presunto membro della massoneria deviata, per la DDA di Reggio rappresenta la figura chiave della cupola ‘ndrangheto- massonica scoperta dall’inchiesta “Mammasantissima”. Quella cupola segreta che negli ultimi 20 anni avrebbe condizionato la vita politica e istituzionale reggina imponendo i propri uomini e curando i propri affari, a suon di “do ut des”.

 


A fianco a Paolo Romeo, anche il collega avvocato Giorgio De Stefano, indicato anch’esso come interlocutore della ‘ndrangheta e membro della cosiddetta “Santa”. C’è tutto questo e molto altro nelle motivazioni depositate dal Tribunale del riesame, che accompagnano la conferma della custodia cautelare in carcere per i due avvocati. Nelle motivazioni, vengono spiegati anche i ruoli del del Senatore Antonio Caridi e dell’ex assessore della giunta Scopelliti Alberto Sarra. Nient’altro, quest’ultimo, che «uno strumento esecutivo» della 'ndrangheta. I vertici della cupola «si sono avvalsi» di lui – si legge- «per infiltrare le istituzioni pubbliche locali».

 

Per quanto riguarda il senatore Antonio Caridi, il Tribunale del Riesame non ha dubbi. Il suo modo di «fare politica» veniva piegato «alle esigenze della direzione strategica della 'ndrangheta, incarnata da Paolo Romeo e da Giorgio De Stefano».

Giornalista
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