ESCLUSIVO - Marisa Garofalo: 'Sono schifata! Anche io e mia madre parte civile' VIDEO

La sorella di Lea Garofalo contro Libera e gli sceneggiatori del film 'Lea': 'Una storia poco veritiera. Mia sorella non era così'. E non risparmia duri attacchi a Don Ciotti.
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di Guglielmo Mastroianni
19 novembre 2015
17:50

“Sono schifata ! Pubblicizzare l'Associazione Libera in un Film dove a pagare con la vita è stata mia sorella Lea! Anche io e mia mamma ci siamo costituiti parte civile nel processo di mia sorella non solo l'associazione Libera!” A Marisa Garofalo, sorella di Lea, il film di Marco Tullio Giordana andato in onda ieri sera, sulla vicenda della testimone di giustizia fatta uccidere dall'ex compagno, non è proprio piaciuto. Lo ha scritto già su Facebook al termine della messa in onda, lo ribadisce oggi, in un'intervista a Lacnews24.it.

 


Ma cosa non è piaciuto, a Marisa, in particolare?
“Non mi è piaciuto come è stata rappresentata Lea, nei modi e negli atteggiamenti, modi rozzi che non erano suoi. Anche la mia famiglia è stata rappresentata in modo vergognoso. Lea non era quella. Non aveva quei modi.”


Ma c'è stata qualche scena o qualche personaggio che è stato invece reso per come lei lo ricorda?

Nessun personaggio in particolare. Forse solo la scena in cui Denise si è rivolta ai carabinieri, ma il film è stato impostato male, non mi ha emozionato proprio. La storia di Lea invece è una storia che emoziona, ogni volta che la racconto. Questo invece è stato un film che il regista e Don Ciotti hanno studiato a tavolino per fare emergere un'immagine importante dell'Associazione Libera.


In che senso?

Mi è sembrato più un film su Libera che su Lea. Io non sono stata mai contattata, eppure ero l'unica a poter dare spiegazioni più precise di Lea, a me lei ha sempre raccontato tutto, dal tentato rapimento alla situazione che si era creata con Cosco. E stato tutto poco veritiero: ad esempio, dopo la scomparsa di Lea, Denise è stata per sei mesi a casa mia, non da mia mamma. Pur di non nominarmi hanno cambiato la storia. E quando Lea uscì dal programma di protezione, siamo andati io e mio marito a Campobasso in macchina per prendere lei e Denise, non sono tornate in treno. E poi c'è stata una scena che mi ha dato particolarmente fastidio...


Quale?

La scena di Carlo Cosco a casa di mia madre, che da dei soldi a mamma, una cosa mai successa, lui non è mai entrato in casa di mia madre, lei non lo voleva vedere proprio, quando capitava di vederlo, addirittura cambiava strada. Le dico che probabilmente farò anche una denuncia su questa cosa, sto valutando con il mio avvocato.

Marisa, ma perché ha tutto questo risentimento nei confronti di Libera e Don Ciotti?

E' nato tutto dai funerali di mia sorella, ai quali io non sono stato invitata, è stata esclusa la mia famiglia. Eravamo andati a Milano dieci persone, quando mi sono presentata un collaboratore di Don Ciotti mi ha detto che si stava preparando per la Messa e che quindi mi avrebbe ricevuta dopo. Sono stata anche esclusa dietro le transenne, come se fossi una curiosa qualunque, non la sorella di Lea. Poi quando ho sentito, durante l'omelia, Don Ciotti che elogiava Carmine Venturino (il pentito che ha partecipato alla sopressione del corpo di Lea e che ha permesso di trovarne i resti, ndr) me ne sono andata, non potevo restare. E' vero che si è pentito, ma è sempre la persona che ha fatto a pezzi e ha bruciato il corpo di mia sorella. E poi lui si è pentito solo dopo la condanna, per ottenere uno sconto di pena. Poteva anche pentirsi prima. Dopo la morte di mia madre, pochi mesi prima, io ero l'unica rimasta della famiglia di Lea. Eppure ho saputo solo da internet dei funerali a Milano. Che poi anche in quello, hanno deciso altri per lei, alcuni hanno deciso quando doveva morire, altri invece dove farle il funerale e seppellerila. Perchè Lea voleva essere sepolta a Bergamo. Qualche giorno prima della sua morte, aveva mandato un messaggio ad una delle suore che l'avevano accolta a Bergamo, dicendole: “Se mi succede qualcosa, fammi seppellire a Bergamo” Perchè negarle quest'ultima volontà? Perché seppellirla a Milano?

Ma lei Don Ciotti lo ha sentito qualche volta?

Mai, non mi ha mai cercato, anche dopo i funerali, anche dopo aver letto i miei sfoghi sui giornali, non mi ha mai cercato, anche per un chiarimento. Piuttosto, ogni volta che parlavo in pubblico contro Don Ciotti o contro Libera, saltavano gli incontri con Denise. E' successo per tre volte.

Da quanto tempo non vede Denise?

Tre anni a febbraio. Non l'ho mai vista dopo i funerali. Ho solo ricevuto una sua lettera in cui mi diceva che non voleva avere più niente a che fare con la famiglia della madre, ma per me non veritiera, quella non era la scrittura di Denise. Come vede ho le mie buone ragioni per avercela con Don Ciotti e con tutta l'organizzazione...

Guglielmo Mastroianni'

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