Marco Minniti a “Cantiere Calabria”:«Legalità e lavoro parole d'ordine»

Giornata conclusiva dell’evento all’Unical di Cosenza, presieduto oggi dal ministro dell’Interno
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16 settembre 2017
13:08
Ministro Marco Minniti
Ministro Marco Minniti

«Noi calabresi siamo molto coesi quando siamo fuori della Calabria, molto meno quando siamo in Calabria. È tipico delle minoranze etniche ma oggi la Calabria è l'Italia e l'Italia è la Calabria,perchè da qui si guarda l'Italia e l'Italia in questi giorni ha guardato la Calabria, entrambe non hanno bisogno di pessimismo, non hanno bisogno dell'approccio alla Bartali, che diceva che è tutto sbagliato e tutto da rifare», ha affermato il ministro nel suo intervento.

La sicurezza come bene comune

«Abbiamo dimostrato che l'Italia è in grado di tenere assieme il principio della bellezza, della vivibilità e della sicurezza», e proprio su questo ultimo punto ha proseguito Minniti, definendo la sicurezza come «bene comune che vive in quanto condiviso». «Abbiamo lavorato con pazienza e grande professionalità delle forze di polizia, che ci hanno garantito sicurezza ma senza portare ad un Paese blindato - ha detto Minniti - perchè l'Italia è un Paese che va guardato».


«Parole d'ordine: legalità e lavoro»

Lo ha detto il ministro dell'Interno, continuando «Creare posti di lavoro deve essere la nostra ossessione, perchè non possiamo far nulla se uno su due di noi non ce la fa. Poi c’è la legalità, che non è un ostatolo allo sviluppo: il principale nemico per lo sviluppo della Calabria è la 'ndrangheta e noi dobbiamo impegnarci non nel tenerla a freno, ma per sconfiggerla».


«Quello che con Falcone era un principio irrinunciabile, oggi è un obiettivo possibile – ha affermato Minniti - e dobbiamo lavorare con impegno e passione, e su questo la Calabria si gioca una partita nazionale».

Le vocazioni naturali della Calabria come motore di crescita

«La Calabria se vuole crescere e svilupparsi deve assecondare le sue vocazioni naturali, - ha detto ancora il ministro dell'Interno - come agricoltura, turismo, beni culturali e paesaggistici, piattaforma nel Mediterraneo. Il porto di Gioia Tauro non è una struttura calabrese, ma va considerata una risorsa italiana ed europea e può dare la sua potenza solo se pensato così».

 

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