MONEY GATE | Ecco tutte le accuse per gli indagati dell’inchiesta sulla Gicos

Soldi trasferiti in Svizzera, fatture emesse da una società con sede negli Usa, vendite in nero, fatturazione in molti casi inesistente e società con sede nei paradisi fiscali
di G. B.
29 maggio 2017
11:38
La conferenza stampa dell’operazione
La conferenza stampa dell’operazione "Money Gate" a Reggio Calabria

Associazione a delinquere, aggravata dalla transnazionalità, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e appropriazione indebita di ingenti somme di denaro in danno della “Gicos Import-Export srl”.

 


Il provvedimento eseguito in data odierna scaturisce dall’avvio – nel giugno del 2011 – di una verifica fiscale da parte dei militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria nei confronti della “Gicos”, nel cui ambito erano emerse numerose irregolarità in relazione alla presenza di anomale transazioni finanziarie verso l’estero nonché ad un ingente utilizzo di denaro contante. Le conseguenti attività investigative, condotte sotto la direzione della Procura di Palmi ed esperite attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, acquisizione di documentazione bancaria e fiscale, escussione di persone informate sui fatti, attività di perquisizione e sequestro nonché mediante rogatorie internazionali, hanno acclarato l’esistenza di un’associazione per delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alla commissione dei reati di appropriazione indebita, di emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti, di dichiarazione infedele, nonché di riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, composta dal dominus Giuseppe Cosentino, dalla figlia Ambra Cosentino, dai dipendenti della società “Gicos” Mariella Viglianisi, Marco Pecora, Caterina Zito, Simona Tedesco, Carmela Alì Santoro, Gessica Trimarchi e dal promotore Stefano Noschese.

 

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È stata inoltre accertata, a vario titolo, la commissione di ulteriori delitti di riciclaggio ed emissione di fatture per operazioni inesistenti da parte – tra gli altri – della stessa moglie del Cosentino, Francesca Muscatelli, di due cittadini elvetici, amministratori di società fiduciarie svizzere e di alcuni rappresentanti legali di imprese commerciali che hanno emesso fatture false.

 

Nel dettaglio. Giuseppe Cosentino, nella qualità di rappresentante legale della “Gicos srl” si sarebbe avvalso di sistemi collaudati per realizzare reati di natura fiscale (utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti ed altro) ed appropriarsi indebitamente in danno della compagine societaria e dei creditori della Gicos, di ingentissime somme di denaro – ammontanti a 8.873.664,56 euro – accumulate nel corso degli anni attraverso i seguenti meccanismi: - versamenti e depositi di denaro contante su conti correnti svizzeri, derivanti da vendite in nero e da utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. In particolare è emerso che la Gicos, negli anni d’imposta 2006, 2007 e 2008 si è avvalsa di fatture false per quasi cue milioni di euro.

 

La maggior parte delle fatture sono state emesse da una società con sede negli Stati Uniti che ha effettivamente ricevuto i pagamenti dovuti. Gli accertamenti avrebbero dimostrato che pochi giorni dopo l’avvenuto accredito delle somme, le stesse venivano restituite (trattenendo una percentuale intorno al 5%) con bonifico su una serie di conti correnti in Svizzera intestati a società con sede in paradisi fiscali (Isole Vergini Britanniche, Panama) di fatto riconducibili al Cosentino.

 

Successivamente all’accredito delle somme a favore di tali soggetti, le stesse sono state trasferite su ulteriori conti correnti svizzeri intestati a società estere riferibili sempre a Giuseppe Cosentino ovvero trasferiti su conti correnti cifrati comunque riconducibili ai medesimi. I proventi derivanti da “vendite in nero”, fatti transitare sui conti correnti aperti da dipendenti della Gicos al fine di essere prelevati in contanti (prevalentemente con banconote del taglio di 500 euro), sarebbero successivamente versati sui conti correnti personali di Cosentino Giuseppe e dei suoi familiari, o depositati in cassette di sicurezza intestate a Cosentino e alla figlia Ambra e trasferiti in Svizzera su conti riconducibili all’imprenditore.

Giornalista
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