La tragedia in sole due ore, così è morto il piccolo di Polistena

Dopo la formale denuncia della coppia la Procura di Palmi ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Sarà ora l’autopsia ad accertare le cause del decesso del piccolo avvenuto il 26 maggio al nosocomio Santa Maria degli Ungheresi

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di Redazione
29 maggio 2018
17:11

Lo spettro della malasanità si abbatte nuovamente sull'ospedale “Santa Maria degli Ungheresi” di Polistena. Nella tarda serata di sabato scorso, 26 maggio, un neonato è morto per cause che sono ancora in fase di accertamento.

 


Tutto ha inizio la settimana scorsa quando la donna inizia ad avvertire delle contrazioni tenute però sotto controllo con accessi giornalieri in ospedale; i ginecologi dell'ospedale polistinese avrebbero deciso di intervenire e far nascere il bambino alla 35esima settimana di gestazione. «Eravamo in attesa del nostro secondo figlio – ha fatto mettere a verbale nella denuncia Raso – di fatti mia moglie era in attesa alla 35esima settimana di gestazione. La settimana scorsa nonostante non fosse ancora arrivata all’ultima settimana di gestazione, ha cominciato ad avere delle contrazioni pertanto dopo avere avvisato il nostro ginecologo di fiducia… che lavora nell’Ostetricia di Polistena, le diceva di recarsi subito in ospedale per farsi visitare. Questi eventi nell’arco di una settimana si sono verificati 4-5 volte fino ad arrivare a sabato scorso 26 maggio». La donna, dopo aver effettuato una serie di analisi, viene portata in sala operatoria e alle 18.35 i medici aveva dato l’annuncio della nascita del bambino ai familiari. «Di fatti nel controllo – continua il giovane nella denuncia – di sabato dopo avere avvisato il dottor (..) mia moglie si recava verso le 12.30 direttamente in reparto da lui, la preparava al ricovero e poi veniva seguita nel pomeriggio da un altro medico. Alle 18.35 – aggiunge Raso – mia moglie partoriva tranquillamente e subito mi facevano vedere il bambino da dietro la vetrata del nido e mia moglie rientrava in camera tranquillamente».


La situazione però inizia a mutare. Qualcosa iniziava a preoccupare i medici, forse un problema respiratorio, che avrebbe indotto la pediatra a disporre il trasferimento all’ospedale “Riuniti” di Reggio Calabria dove è presente un reparto di neonatologia. «Dopo circa mezzora – sottolinea Raso – venivo avvisato da personale medico, che probabilmente visto che il parto è stato prematuro, avrebbero richiesto un’ambulanza specializzata per trasportare il bambino a Reggio Calabria. Passano, quindi, un paio d’ore – puntualizza Raso – e verso le ore 20 vedevo transitare nel corridoio la culla di mio figlio già necrotico e lo stavano portando in sala parto, dove a dire del personale dell’ospedale, vi era una ventola che avrebbe facilitato la respirazione». In meno di due ore si consuma la tragedia.

Il dramma

«Alle 21 mi dicono che il bambino sta bene anche se respira artificialmente, successivamente il personale mi comunicava che in sala parto era arrivato il personale specializzato da Reggio Calabria, che io ho incontrato più tardi. Verso le 22.50 mi davano la triste notizia, che dopo avere tentato di rianimarlo in tutti i modi è deceduto». Adesso la coppia vuole sapere cosa è successo al loro figlio. Non puntano il dito contro alcuno ma, vogliono solo comprendere se il loro bambino è morto per una fatalità o perché qualcosa è andato storto all'ospedale polistinese. Nei prossimi giorni, con ogni probabilità gli inquirenti disporranno l'autopsia sul corpo del neonato e già da questo primo atto si potrà delineare una prima dinamica degli eventi accaduti.


Il padre del piccolo, Fabio Raso, originario di Polistena, è stato sentito domenica scorsa a sommarie informazioni dagli agenti del commissariato di Polizia di Cittanova mentre ieri ha sporto denuncia, assistito dall'avvocato Guido Contestabile. Sono passati pochissimi giorni dal tragico evento e i giovani genitori sono determinati nel capire cosa è successo al loro bambino. Per la coppia infatti, poteva essere salvato se in ospedale ci fossero state le apparecchiature adeguate. La vicenda è ancora all'inizio e infatti, al momento non pare che la coppia abbia addossato responsabilità nei confronti di qualche medico preciso. 

 

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