‘Ndrangheta: la Dda chiede 14 rinvii a giudizio per clan Giampà di Lamezia

Nell’ambito dell’operazione “Filo Rosso” il pm decide di non procedere contro tre donne per la visita nella sede del giornale on line Zoom24
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di G. B.
5 maggio 2018
23:15

Richiesta di rinvio a giudizio del pm della Dda di Catanzaro, Elio Romano, nei confronti di 14 indagati nell’ambito dell’operazione denominata “Filo Rosso” scattata nel giugno 2017 contro il clan Giampà di Lamezia Terme. Associazione mafiosa, estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, oltre che una serie di intimidazioni consistite nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e danneggiamenti con l'utilizzo di ordigni esplosivi le accuse, a vario titolo, contestate. Contestati pure numerosi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

 


La richiesta di rinvio a giudizio interessa: Gianluca Notarianni, alias “Luca”, 25 anni; Saverio Giampà, 31 anni; Pasquale Notarianni, 32 anni; Luigi Leone, 34 anni; Giuseppe Cappello, alias “Cutulicchio”, 34 anni; Michele Bentornato, alias “U Grassu”, 33 anni; Fabio Vescio, 21 anni; Alessandra Folino, 32 anni; Michael Mercuri, 29 anni; Alberto Giampà, 62 anni; Luigi Notarianni, 26 anni; Roberto Castaldo, 28 anni; Domenico Cerra “U niuru”, 61 anni; Francesca Caroleo, 51 anni. I capi di imputazione sono in totale 35, l’udienza preliminare è stata fissata per il 4 giugno prossimo.

Per il 36esimo capo di imputazione, contestato con l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nel gennaio scorso, il pm della Dda di Catanzaro, Elio Romano, ha però deciso di non esercitare l’azione penale dopo una serie di attività integrative di indagine sollecitate dalle difese di tre donne indagate.

 

Non dovranno pertanto comparire dinanzi al gup distrettuale le indagate Francesca Caroleo (che ha invece altri capi d’accusa), Manuela Fiumara, 30 anni e Marilena Giampà, 25 anni, pure loro di Lamezia Terme. Le tre donne erano accusate di tentata violenza aggravata dal metodo mafioso ai danni della redazione del giornale on line Zoom24, con sede a Vibo Valentia, per la richiesta di cancellazione di un articolo redatto dalla giornalista Gabriella Passariello. Era stato il direttore di Zoom24, Mimmo Famularo, a sporgere denuncia ai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia su quanto accaduto evidenziando, anche nell’articolo del 30 giugno 2017, che si era trattato di “un’irruzione dalle modalità mafiose”. Tesi che però, alla luce della decisione del pubblico ministero di non esercitare l’azione penale nei confronti delle tre indagate, non ha trovato conforto nella Dda di Catanzaro.

 

Manuela Fiumara è difesa dall’avvocato Diego Brancia del foro di Vibo Valentia. Francesca Caroleo dagli avvocati Domenico Folino del Foro di Lamezia Terme e Diego Brancia, così come Marilena Giampà. Le ultime due donne sono rispettivamente la madre e la sorella di Giampà Saverio, per il quale è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizi per altre contestazioni.

Nel collegio di difesa impegnati anche gli avvocati: Aldo Ferraro, Gregorio Viscomi, Lucio Canzoniere, Chiara Arcangeli, Leopoldo Marchese, Antonio Larussa, Sergio Vescio, Alessandra Marchese, Gianluca Careri, Franco Giampà.

Giornalista
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