'NDRANGHETISTI RIFIUTANO LA MESSA, PROTESTA NEL CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA DI LARINO

I detenuti dell'istituto di pena 'scottati' e 'disorientati' dalla scomunica del Papa boicottano la celebrazione eucaristica. Intervengono i vescovi del Molise
6 luglio 2014
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CAMPOBASSO - Centonovantadue detenuti si sono rifiutati di seguire la messa celebrata dal cappellano del carcere di Larino, in provincia di Campobasso. "Se siamo scomunicati - hanno fatto sapere i reclusi alla direzione dell'istituto di massima sicurezza del Molise - a messa non vale la pena andarci". Una protesta messa in atto contro la scomunica di Papa Francesco che nel corso della sua visita in Calabria, il 21 giugno scorso, aveva detto che i mafiosi sono fuori dalla Chiesa perchè "adoratori del male a discapito del bene comune" e per questo "non in comunione con Dio". I "manifestanti" sono tutti appartenenti alle cosche della 'ndrangheta calabrese. Lo "sciopero" dei detenuti ha portato il cappellano del carcere a invitare il vescovo della diocesi di Termoli-Larino, mons. Gianfranco De Luca, a parlare ai detenuti per spiegare il senso dell'intervento del Papa. Sulla vicenda è intervenuto l'arcivescovo di Campobasso, mons. Giancarlo Bregantini, per anni vescovo in Calabria. ''È una cosa sorprendente - ha detto il presule - che conferma quanto il Papa parlando, incida nelle coscienze". Per Bregantini la scomunica di Papa Francesco ha fatto sì che i detenuti di Larino "si interrogassero seriamente sulle parole del Pontefice" e "che chiedessero di capire il senso di quelle parole". "Il loro atteggiamento - ha concluso mons. Bregantini - merita grande rispetto perché dimostra quanto sia preziosa la parola del Papa''. 

 


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