Processo Lanzino, il 5 marzo l’esito degli esami del Dna

Tensioni in aula in seguito ai dubbi del Pm su l’identità di Franco Sansone, intanto i Ris di Messina hanno prelevato il Dna sui familiari di Carbone. Il 5 marzo l’esito degli esami di comparazione
di Mariantonietta Maccuro
4 febbraio 2015
15:00

Cosenza - Tensioni in aula, oggi, durante l’udienza del processo sulla morte di Roberta Lanzino, la studentessa di Rende, violentata e uccisa il 26 luglio del 1988. Il Pm Sonia Nuzzo ha messo in discussione l'identificazione di Franco Sansone nell'occasione del prelievo della saliva, avvenuto lo scorso 21 gennaio nella sua abitazione di Cerisano. Dubbi chiariti dai Ris e da un carabiniere, il quale ha affermato che quello era realmente Franco Sansone e che lui lo ha riconosciuto anche perché all'epoca dei fatti lui si occupò delle indagini. La corte ha respinto le contestazioni del Pm ritenendo valida l’identificazione.


Intanto, in un'altra aula del tribunale, i Ris di Messina, che stanno eseguendo gli esami del caso, hanno proceduto al prelievo della saliva dei familiari di Carbone, il padre e i due figli maschi. Si dovrà attendere la prossima udienza, prevista per 5 marzo, per conoscere l’esito dell’esame di comparazione tra i Dna di Franco Sansone, dei familiari di Luigi Carbone e quello ricavato dalle tracce di liquido seminale ritrovato nel terriccio accanto al cadavere di Roberta Lanzino.


 

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