Reggio Calabria, vasta operazione antidroga. Arresti anche in Lombardia ed Emilia Romagna (NOMI)

L’operazione condotta dalla Polizia di Stato ha permesso di sgominare un ingente traffico di sostanze stupefacenti riconducibile ad un’ associazione criminale con base operativa a Melito Porto Salvo (RC)
di Redazione
10 febbraio 2015
09:58

Reggio Calabria - Una vasta operazione antidroga è in corso in Calabria, Lombardia ed Emilia Romagna. Le indagini condotte dalla squadra mobile della questura di Reggio Calabria e dal commissariato di Condofuri, hanno portato all'esecuzione di oltre 20 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed agli arresti domiciliari.


L’operazione, spiega una nota della polizia, trae origine dalle attività investigative condotte dalla sezione antidroga della Squadra Mobile e dal Commissariato di Condofuri nel 2009 - con il supporto di numerosi presidi tecnologici, sofisticate intercettazioni ambientali e telefoniche, attività operative di vigilanza ed appostamento - protrattasi fino al 2011.


 

L'accusa è, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, vendita, detenzione, trasporto e cessione illecita di sostanze stupefacenti del tipo cocaina ed eroina, nonché, per alcuni degli arrestati, anche di "morte come conseguenza di altro delitto", per aver determinato il decesso per overdose di un uomo al quale i suddetti spacciatori avevano ceduto sostanza stupefacente.

 

È stato, inoltre, contestato un episodio di estorsione. Al fine di ottenere il corrispettivo in denaro di una dose di stupefacente, gli spacciatori avrebbero minacciato la madre di uno degli acquirenti a cui avrebbero fatto picchiare il figlio qualora non avesse pagato il debito.

 

Grazie alle indagini della Polizia si è potuto verificare l’esistenza di un ingente traffico di sostanze stupefacenti attivo in tutta Italia e riconducibile ad un’ associazione criminale con base operativa a Melito Porto Salvo (RC). Tutto era organizzato nei minimi dettagli e, secondo quanto appurato dagli investigatori, gli spacciatori stabilivano preventivamente luogo d’incontro e quantitativo della dose, così da evitare i controlli delle forze dell’ordine. Anche uno squillo era sufficiente per far capire all'interlocutore cosa fare e dove andare. In caso di variazioni del programma, bastava un messaggio e gli accordi venivano subito rettificati.

 

I nomi delle persone coinvolte:

Pina Alampi (cl. ’70)
Vincenzo Luciano Alberti (cl.’67)
Francesco Mario Altomonte (cl. ’58)
Liliana Barbuto (cl.’77)
Pasquale Barresi (cl.’65)
Vittoria Sharon Beier (cl. ’78)
Olindo Biondi (cl.’73)
Amine Boukhors (cl.’72)
Alessandro Brivitello (cl.’63)
Daniela Caffarata (cl. ’65)
Paolo Calabrò (cl. ’68)
Amarildo Canaj (cl. ’81)
Paolo Contu (cl.’69)
Leonardo De Felice (cl.’67)
Carmelo Massimo De Meo (cl.’71)
Roberto Drommi (cl. ’72)
Domenico Falledi (cl. ’58)
Alessandro Ferraro (cl. ’74)
Domenico Giuffrè (cl.’77)
Giuseppe Giorgio Iaria (cl.’74)
Caterina Ierardo (cl.’79)
Rocco Mandalari (cl.’73)
Leonardo Marino (c.’67)
Demetrio Missineo (cl.’79)
Filuppo Papa (cl.67)
Luigi Pitarelli (cl.’72)
Carmelo Santo Rogolino (cl.’75)
Gaetano Sardiello (cl.’56)
Francesco Spinelli (cl. ’68)
Francesco Stilo (cl.’68)

 

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