Caso Riace, Lucano: «Rifarei tutto quello che ho fatto»

Il sindaco ai domiciliari definisce “contestazioni denigratorio” le conclusioni del Viminale e conferma che non cambierebbe nulla del prezioso progetto umano che è riuscito a costruire partendo dal niente e fra mille difficoltà

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di Redazione
14 ottobre 2018
18:35

"Rifarei tutto quello che ho fatto" ha detto Mimmo Lucano, il sindaco sospeso di Riace rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se cambierebbe qualcosa nel suo progetto di accoglienza ai profughi contestatogli dal Viminale. Per quanto riguarda le contestazioni che il ministero gli ha mosso, come le scarse condizioni igieniche e falle nella rendicontazione, per Lucano "non è vero niente, si tratta di atteggiamenti denigratori", dato che il "villaggio globale" di Riace è "stato visto da tutti come qualcosa di straordinario"

 


"Non voglio apparire vittima di nessuna cosa, ho l'orgoglio di una terra che mi fa guardare con fierezza al futuro con la consapevolezza di essere nel giusto", ha replicato Lucano che si trova dove ai domiciliari. A chi gli chiede che cosa pensa della frase "chi sbaglia, paga" che gli ha rivolto il ministro Matteo Salvini, il sindaco sospeso risponde che si tratta di parole che danno "il senso di qualcosa di autoritario" che mal si addicono a un ministro.

 

Quanto al futuro dei migranti che si trovano a Riace, Lucano conclude dicendo che "non se ne andranno, hanno dei bambini piccoli con loro e non hanno alcun posto dove andare, solo qualcuno è andato via negli ultimi tempi per la situazione di grande incertezza, ma la maggior parte non ha veramente dove andare"

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