Riforma della giustizia minorile: ‘Minori nell’oblio se la proposta divenisse legge’

L’osservatorio Falcone Borsellino Scopelliti lancia l’allarme sulla proposta di riforma della giustizia minorile che ‘produrrebbe il nocivo effetto collaterale di incrementare sensibilmente le condizioni di degrado socio-esistenziale-culturale dei minori interessati da devianza’
11 aprile 2016
10:35

“L’Avv. Giulia Anna Pucci , in qualità di coordinatrice dell’Osservatorio Falcone Borsellino Scopelliti e Responsabile del Progetto Legalità nelle Scuole, evidenzia il rischio di conseguenze potenzialmente devastanti per la tutela dei minori e per l’efficacia della Giustizia in generale, derivanti dall’attuale proposta di riforma governativa sull’assetto della Giustizia Minorile, già approvata in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati.


La proposta di riforma prevede la soppressione delle Procure e dei Tribunali per i Minorenni, con l’introduzione di Sezioni Specializzate per Persona, Famiglia e Minori presso i Tribunali Ordinari e di gruppi specializzati presso le Procure Ordinarie.



Si palesa pertanto di immediata percezione la paradossale contraddittorietà insita nella proposta governativa di Riforma della Giustizia Minorile, sopra citata, che attraverso la previsione dell’accorpamento delle competenze sulle materie minorili in via esclusiva alle sezioni distrettuali dei Tribunali Ordinari, senza prevedere specularmente autonomia ed esclusività per i gruppi di lavoro che verranno istituiti presso le Procure Ordinarie, elemento ulteriore di criticità della riforma poiché mostra di non tenere affatto in conto la centralità della qualità delle funzioni proprie della Procura Minorile; tutto ciò snatura e stravolge completamente il senso profondo di una Giustizia Minorile che nel corso degli anni si è qualificata sempre di più nella difesa e nell’affermazione della centralità delle problematiche dei minori, mediante l’ausilio e l’apporto di diversi saperi e specializzazioni ulteriori rispetto a quello prettamente giuridico, fondamentali per la valutazione del minore, che inevitabilmente si disperderebbero nel mare magnum della Giustizia Ordinaria, con conseguenziale gravissimo nocumento degli interessi del minore.


In buona sostanza per ripianare le oggettive carenze di risorse degli uffici giudiziari ordinari si sacrificherebbero le necessità di tutela e protezione dei minori che rimangono invischiati nel circuito della giustizia minorile, penale o civile che sia. 

 

D’altra parte, la suddetta proposta di riforma risulterebbe, altresì, schizofrenicamente dissonante rispetto alle linee guida esplicitate nella Direttiva Europea sulle garanzie procedurali per i minori penalmente indagati o imputati, approvata a Strasburgo a larga maggioranza in Plenaria, di cui è stata relatrice l’eurodeputata Caterina Chinnici, componente della Commissione LIBE, atto giuridico con cui nasce il ‘giusto processo penale minorile europeo’, segnando una svolta davvero storica nella legislazione dell’UE, resa possibile proprio grazie al fondamentale apporto giuridico del modello processuale minorile italiano, confluito nell’humus più profondo della Direttiva Europea citata, che la proposta governativa di riforma finirebbe irrimediabilmente per obliterare, determinando il dissolvimento delle specificità della Giustizia Minorile Italiana, accumulate faticosamente in un percorso pluridecennale, e che rappresentano una vera e propria ‘eccellenza’ a livello europeo se non mondiale, da cui gli altri Paesi mutuano l’impalcatura per i propri sistemi giuridici minorili.

 

Riprova di tutto ciò è il Distretto di Catanzaro, di cui la sottoscritta si onora di far parte, che costituisce una preziosa realtà di avanguardia nel panorama della Giustizia Minorile nazionale, poiché si è impegnata e si impegna costantemente nell’applicazione di tutti i principi innovatori, altamente specialistici, in tema di processo minorile, dal taglio spiccatamente sperimentale e senz’altro tesi alla prevenzione , al recupero , alla risocializzazione dei minori in un territorio ‘sensibile’ come quello calabrese, permeato dalla ‘ndrangheta. Gli Uffici minorili catanzaresi si distinguono infatti – oltre che per la qualità e quantità dei casi trattati – per la lungimiranza di talune importantissime iniziative processuali come quella voluta dall’attuale Procuratore Minorile di Catanzaro, dr. Beniamino Calabrese, condivisa ampiamente dagli uffici giudiziari minorili del Distretto, della messa alla prova anche per reati gravissimi come l’omicidio, della mediazione penale, nonché proficue esperienze di alto valore educativo e culturale, come quella ideata e curata in prima persona dall’attuale Presidente del Tribunale dei Minori di Catanzaro, dr. Luciano Trovato, rappresentata dal Progetto “CIAK SI GIRA: un processo simulato per evitarne uno vero”, realizzato di intesa con la Direzione Scolastica Regionale, che coinvolge centinaia di studenti calabresi e relativi corpo docente, sotto la guida di magistrati minorili anche onorari del distretto, facendoli cimentare nella simulazione di realtà processuali che investono delicate tematiche di stringente attualità.


Anche la Polizia Giudiziaria presso la Procura Minorile di Catanzaro si contraddistingue per costante e scrupolosa specializzazione che la materia richiede tanto da essere interpellati in via preventiva dai colleghi operanti sul territorio che abbiano ad imbattersi in problematiche penali e civili riguardanti il minore nel corso del proprio servizio.


L’Osservatorio FBS, avente finalità divulgativa-formativa, nel percorso di conoscenza del fenomeno criminale da parte dei ragazzi, aderisce altresì ad un programma di rieducazione e di risocializzazione dei minori, in quanto prevede in relazione alle proprie attività ed iniziative il coinvolgimento e la partecipazione di minori sottoposti a messa alla prova nonché affidati ai servizi sociali, d’intesa con gli stessi e su autorizzazione dell’autorità giudiziaria minorile competente.


E’ del tutto evidente pertanto che una scellerata riforma come quella proposta dal Governo, produrrebbe il nocivo effetto collaterale di incrementare sensibilmente le condizioni di degrado socio-esistenziale-culturale dei minori interessati da devianza, che costituirebbero terreno prodromico idoneo alla consegna definitiva di tali ragazzi alla ‘ndrangheta e a tutte le altre mafie che dilaniano il nostro Paese”.

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