Scout di Gioia Tauro, “i capi” difendono il parroco e scaricano tutto sul suo assistente?

La Comunità Capi non vuole che si citi Don Antonio Scordo, parroco della chiesa dalla quale sono stati sfrattati, in un articolo pubblicato sulla nostra testata. La nota ricevuta e la replica della nostra redazione
21 ottobre 2016
20:36

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota pervenuta all’indirizzo della nostra redazione in cui la Comunità Capi scout di Gioia Tauro fornisce precisazioni richiedendo espressamente di modificare un articolo pubblicato sulla nostra testata nella giornata di oggi a firma del giornalista Agostino Pantano: “Gioia Tauro: don Scordo ci ricasca, gli scout sono sfrattati


“Al Giornalista Agostino Pantano, con la presente comunicazione vogliamo dissociarci da quello che lei ha testualmente scritto nel suo articolo. “Gioia Tauro: don Scordo ci ricasca, gli scout sono sfrattati”, in tutto il testo della lettera Don Antonio Scordo non è stato citato per nulla, l’unico nominativo e quello del Parroco storico della parrocchia. Usare come pretesto la nostra lettera per dare addosso al parroco Don Antonio Scordo non è corretto e nemmeno etico da parte di giornalisti accreditati. Si chiede di fare immediatamente una correzione al suo articolo pubblicato oggi 21/10/2016 al seguente indirizzo https://lacnews24.it/21694/attualit/gioia-tauro-don-scordo-ci-ricasca.html , che quanto riportato in articolo non è attribuibile né alla lettera trasmessa né al pensiero di questa Comunità Capi”.


 

La redazione di LaCnews24 prende atto della comunicazione ma precisa: “Nonostante Don Antonio Scordo non sia citato espressamente nella lettera firmata dalla Comunità Capi di Gioia Tauro, non possiamo non considerare che lo sfratto degli scout ha avuto luogo nella parrocchia guidata dal parroco sopracitato insieme a Don Caratazzolo. Nella nota, è vero che non si spiega chi e come avrebbe deciso di penalizzare i ragazzi in maniera cosi grave, ma è pur vero che nell’articolo non sono in alcun modo addebitate colpe personali, semplicemente ci si limita a ricordare chi sono i responsabili della parrocchia. Si sa che la Chiesa si regge sull'amore incondizionato dei fedeli verso i Pastori ma non si può chiedere ai giornalisti di rinunciare al loro lavoro di interpretazione dei fatti”.

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