Cosenza, sequestro beni ad affiliati della cosca Rango-Zingari

Il provvedimento ha colpito anche società sportive dilettantistiche. 5 milioni di euro il valore
7 novembre 2017
07:33

La Guardia di Finanza di Cosenza ha sequestrato su disposizione del Tribunale di Cosenza un patrimonio di oltre 5 milioni di euro nei confronti di affiliati di spicco della cosca Rango-Zingari, Antonio Intrieri e Domenico Mignolo. Le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno dato esecuzione alla misura di prevenzione patrimoniale, emessa dal Tribunale di Cosenza – Sezione Misure di Prevenzione.

 


Le attività coordinate dalla Dda

Il sequestro è avvenuto su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro diretta dal procuratore Nicola Gratteri, a seguito di un’articolata e complessa attività di accertamento antimafia svolta dalla Guardia di Finanza di Cosenza, e coordinata dal procuratore aggiuntoGiovanni Bombardieri e dal sost. procuratore Camillo Falvo.

La normativa antimafia prevede l’applicazione delle misure di prevenzione anche patrimoniali a carico di soggetti ritenuti, sulla base di elementi di fatto, abitualmente dediti a traffici delittuosi ovvero che, per la loro condotta ed il tenore di vita, debba ritenersi che vivano abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuosa.

 

Lo stretto rapporto con la cosca Rango-Zingari

Antonio Intrieri ritenuto ai vertici della cosca Rango – Zingari, è stato condannato alla pena di anni 14 di reclusione per il delitto di associazione mafiosa e reati connessi con sentenza n. 336/2016 del 06.04.2016 emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro ed attualmente detenuto, in attesa di giudizio. Su di lui grava altresì la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, ancora da scontare poiché detenuto.

Domenico Mignolo ritenuto anch’egli ai vertici della cosca risulta condannato alla pena di anni 14 di reclusione per il delitto di associazione mafiosa e reati connessi con sentenza n. 336/2016 del 06.04.2016 emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro nonché, condannato alla pena di anni 18 di reclusione per omicidio con sentenza n. 243/2016 del 28.07.2016 del G.I.P. del Tribunale di Cosenza. Lo stesso attualmente è detenuto ed è sottoposto al regime penitenziario del 41 bis. Su di lui grava anche la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel Comune di residenza, ancora da scontare poiché detenuto.

 

I beni sottoposti a sequestro

Il sequestro è stato possibile grazie anche al lavoro certosino svolto dai Finanzieri calabresi del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza, che, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno svolto accertamenti patrimoniali nei confronti degli appartenenti la cosca condannati nonché dei loro prossimi congiunti, esaminando e approfondendo le variazioni patrimoniali nell’arco temporale dal 1986 al 2016.

Il lavoro svolto ha evidenziato una netta sproporzione delle movimentazioni economico-finanziarie in uscita (spese) rispetto agli esigui redditi dichiarati (entrate), non sufficienti a soddisfare le primarie esigenze di vita.

L’esecuzione del succitato provvedimento ha portato al sequestro dei seguenti beni intestati e/o riconducibili ai due proposti: due fabbricati; un appezzamento di terreno; due società con relativo complesso aziendale; due fabbricati; quattro quote di partecipazione di società intestate e/o riconducibili ai proposti; due associazioni sportive dilettantistiche; un appezzamento di terreno; otto automezzi; diversi rapporti bancari, per un valore complessivo stimato di oltre 5 milioni di euro.

Con tale provvedimento vengono colpite le risorse economiche della criminalità organizzata, si rende economicamente inefficace lo svolgimento dell’attività criminosa e si riportano i beni sequestrati nel circuito dell’economia legale.

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