STIGE | Tra gli arrestati l'ex vicesindaco di San Giovanni in Fiore

È accusato di aver approvato licenze edilizie e fornito notizie riservate sull’assegnazione di sovvenzione pubbliche in favore di Pasquale Spadafora, ritenuto esponente della criminalità organizzata
di Luana  Costa
9 gennaio 2018
09:52

Tra gli arrestati nell’ambito dell’operazione Stige spunta anche il nome dell'ex vicesindaco del comune di San Giovanni in Fiore Giovambattista Benincasa, 53 anni nato a Catanzaro ma residente nel comune cosentino.

 


L' ex esponente dell’amministrazione è accusato, assieme a Pasquale Spadafora, 41 anni, originario di Crotone ma residente a San Giovanni in Fiore, di aver ricevuto utilità da parte di quest’ultimo accettando ad esempio la compartecipazione agli utili delle attività boschive della ditta intestata e gestita da Spadafora nel commercio del “cippato”, della protezione da furti e eventuali reati contro il patrimonio in ordine alla conduzione di un agriturismo da lui gestito. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Benincasa avrebbe autorizzato e approvato licenze edilizie in favore di Spadafora in assenza di qualsivoglia istruttoria, garantendo l’assunzione della moglie nel Comune di San Giovanni in Fiore in mansioni e qualifiche loro gradite, in assenza di qualsivoglia criterio di rotazione e di valutazione trasparente delle qualifiche assegnate.


Avrebbe, inoltre, fornito notizie riservate inerenti l’assegnazione di sovvenzioni pubbliche riguardanti l’attività imprenditoriale di quest’ultimo, agevolandolo indebitamente nelle pratiche amministrative comunali ivi riferenti ed adottando strategie al fine di favorire i contratti tra la pubblica amministrazione comunale e le imprese dirette collegate a Spadafora con ciò contravvenendo ai doveri di lealtà, trasparenza ed imparzialità inerenti la pubblica funzione esercitata.

 

Resta il fatto aggravato per avere ad oggetto il conferimento di stipendi e la stipulazione di contratti pubblici nei quali era interessata l’amministrazione comunale di San Giovanni in Fiore, rappresentata dall'ex vicesindaco Benincasa e dall’essere stato commesso evocando l’appartenenza ad un gruppo criminale mafioso a cui Spadafora affermava di appartenere. Questo al fine di agevolare le illecite attività consortili della cosca di ‘ndrangheta facente capo alla locale di ‘ndrangheta cirotana e, in particolare, per conseguirne i vantaggi illeciti e assicurarne i proventi per il sostentamento del gruppo e accrescerne la capacità economica.

 

Luana Costa

Giornalista
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