La storia di Ciccio Mancuso, “quasi sindaco” di Limbadi, apre la rubrica “Chiusi per mafia”

La serie lanciata questa mattina nel blog “Mafie” del sito repubblica.it. Nel primo appuntamento, il caso del latitante, candidato alle comunali nel 1983 risultato eletto con un consenso plebiscitario

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29 settembre 2018
11:15

«Ce ne sono alcuni che sono stati “chiusi” due e anche tre volte, in altri non si presentano più neppure le liste per scegliere un sindaco. E' la democrazia sconfitta dalle mafie. Da quando si è fatta la legge per fronteggiare l'“emergenza” dei Comuni infiltrati dal crimine - era il 1991 - in Italia sono stati inviati commissari prefettizi in 289 città e paesi. Al Sud ma da qualche tempo anche in un Nord che ha dovuto fare i conti con l'infezione, in capitali di 'Ndrangheta come Reggio Calabria e in sterminati quartieri di Roma come Ostia, a Brescello in Emilia e a Sedriano in Lombardia, nei territori dell'Aspromonte, in Puglia, in Campania e naturalmente in Sicilia. Cadono giunte di tutti i colori, di destra e di sinistra, circoscrizioni, aziende sanitarie. Dove c'è invasione di boss e "condizionamenti”, il governo centrale da quasi trent'anni ha questo potere: “sciogliere”».

 


È questa la presentazione della nuova rubrica “Chiusi per mafia”, curata dai giornalisti Giuseppe Baldessarro e Attilio Bolzoni, e lanciata questa mattina nel blog “Mafie” del sito repubblica.it. A tenere a battesimo la nuova serie un articolo di Pietro Comito, condirettore del Tg di LaC Tv, dedicato al caso di Ciccio Mancuso, candidato alle comunali di Limbadi - da latitante - nel 1983 e risultato eletto con un consenso plebiscitario. Ad intervenire, con proprio decreto, in quel caso fu direttamente il presidente della Repubblica Sandro Pertini, quando ancora la legge sullo scioglimento dei Comuni non esisteva. Leggi l’articolo su repubblica.it http://mafie.blogautore.repubblica.it/2018/09/29/2288/

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