Illeciti finanziari/bancari e ruolo della Banca d’Italia: venerdì il convegno a Corigliano

‘Contenziosi per anatocismo o usura: un punto a favore dei correntisti. Sentenza cassazione obbliga banche a fornire documenti illeciti finanziari/bancari’: questo il tema del convegno che si svolgerà venerdì 8 aprile, presso il Castello ducale a Corigliano
di Redazione
6 aprile 2016
17:46

Piero Calabrò, l’ex magistrato ora Presidente di SDL Centrostudi: “Un passo avanti enorme, che rivoluziona il rapporto con le banche e riscrive i risultati dei contenziosi in corso” – qui l’intervista completa a Piero Calabrò.

 


La maggior parte dei contenziosi contro gli istituti bancari riscritti a favore dei correntisti che hanno visto respingere in primo grado cause per usura o anatocismo. È lo scenario che si prospetta in seguito alla Sentenza della Corte di Cassazione (depositata il 15 marzo – n. 5091/16) che per la prima volta affronta i temi procedurali del contenzioso bancario, obbligando le banche a fornire la documentazione necessaria, come ad esempio gli estratti conto mensili o la Consulenza Tecnica di Ufficio (CTU).

 

In particolare, la Corte di Cassazione afferma che in materia contabile, anche quando possa essere considerata esplorativa, la CTU deve essere ammessa perché è l’unico mezzo a disposizione della parte per ricostruire un rapporto che si è dipanato in molti anni e non può essere ricostruito con la semplice produzione di documenti.

 

“Se questi principi di diritto fossero stati già applicati, la maggior parte di quelle cause che hanno visto il rigetto per ragioni connesse all’onere della prova o comunque di natura procedurale, avrebbero avuto un esito diametralmente opposto. La Corte di Cassazione stabilisce infatti che sia il giudice a ordinare alla banca di produrre la documentazione utile ai fini della ricostruzione del rapporto, qualora ritenga insufficiente quella prodotta in giudizio dal cliente”. Spiega così gli esiti della Sentenza l’ex magistrato Piero Calabrò, attuale Presidente di SDL Centrostudi, che ha emesso importanti sentenze in materia di contenzioso bancario. La più celebre rimane quella del 1999 che, dopo circa 40 anni di sentenze negative della Corte di Cassazione, contribuì in modo determinante a sanzionare come illegittimo l’anatocismo bancario.

 

“La sentenza della Suprema Corte rende giustizia alle tesi propugnate dai legali di SDL Centrostudi (come del resto è invece avvenuto innanzi a moltissimi altri Tribunali) ed i giochi, nonché le cause ancora in primo grado o in fase di impugnazione, si riapriranno. C’è ancora molto da fare per ristabilire equità tra correntisti e sistema bancario – commenta Calabrò – ma questa sentenza è un passo avanti enorme ed è rivoluzionaria nel senso che sconfessa la giurisprudenza di alcuni giudici di merito: anche se, in verità, molti altri giudici hanno giá applicato principi analoghi a quelli espressi oggi dalla Corte di Cassazione”.

 

“Una sentenza che ridisegna le condizioni di chiaro svantaggio finora vissute dai clienti nei confronti delle banche che, pur nell’era digitale, offrono continuamente ostacoli al cliente, addirittura nel fornire documenti a cui ha diritto di ottenere il possesso – continua l’ex magistrato – Esiste tra l’altro una legge, il Testo Unico Bancario, che impone alla banca di fornire al cliente i documenti di cui necessita dietro richiesta formale. Ma giungiamo al paradosso di tanti giudici che avevano fino ad oggi imputato al cliente di non avere inviato alla banca questa richiesta formale e, quindi, si sono ben guardati dall’ordinare alla banca di esibire in giudizio questa documentazione”.

 

Questa valutazione negativa della Suprema Corte investe anche le così dette cause considerate “temerarie”, i casi in cui le domandesono state respinte per motivi procedurali perché si riteneva non fosse prodotta sufficiente documentazione e non potesse ordinarsi alla banca l’esibizione di altri documenti o che la perizia di parte fosse presumibilmente inadeguata, ovvero ancora che la richiesta di una perizia tecnica d’ufficio fosse esplorativa.

 

“Grazie alla Sentenza della Corte di Cassazione i giudici di merito dovranno dimostrare più coraggio rispetto al passato – conclude Calabrò – Proprio per questo SDL Centrostudi sta proponendo a proprie spese (senza gravare sul cliente e a prescindere dall’esistenza di una copertura assicurativa) appelli e impugnative nei confronti di queste sentenze negative, al fine di vedere affermati questi principi, che non sono una nostra mera opinione difensiva, ma sono oggi la ‘giurisprudenza della Corte di Cassazione’, l’unica deputata a stabilire in modo definitivo i criteri di diritto da applicare ad ogni fattispecie, ivi compresi i rapporti tra banca e cliente”.

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