Teatro d'Amare, quarto appuntamento a Tropea

Tutto pronto per lo spettacolo “Mio cognato Mastrovaknic”. Una storia sul campo di internamento di Ferramonti di Tarsia e sul valore dell’accoglienza
3 agosto 2016
12:31

Quarto appuntamento per “Teatro d'aMare”, la rassegna curata dal “Libero Teatro” e da “LaboArt” Tropea, dietro la direzione artistica di Max Mazzotta e la direzione organizzativa di Maria Grazia Teramo. Domani, 4 agosto, sarà la volta dello spettacolo allestito da Arciere, “Mio cognato Mastrovaknic” scritto da Ciro Lenti, per la regia di Adriana Toman con Paolo Mauro e Marco Silani.

 


La rappresentazione, che racconta una bella pagina della solidarietà calabrese, si terrà al Teatro del Porto, dalle 21.45.  “Mio cognato Mastrovaknich” descrive un luogo, Ferramonti, troppo spesso dimenticato dalla grande storia. Da questo spettacolo emerge la grandezza d'animo del popolo calabrese. Un viaggio che conduce gli spettatori in una progressiva metamorfosi dei due personaggi e che sottolinea il valore dell'accoglienza.

 

TRAMA Corre l’anno 1943, nel campo di concentramento di Ferramonti, Uccio, un giovane fabbro del luogo, condannato per reati comuni, viene rinchiuso per errore nella baracca degli omosessuali (che a quel tempo venivano perseguitati quali “nemici della razza”). Il giovane è decisamente preoccupato perché teme che nel paese possano diffondersi voce calunniose che mettano in discussione la sua virilità. In cella conosce Mastrovaknic, un professore polacco, da tempo in Italia. Il rapporto fra i due è all'inizio decisamente conflittuale, soprattutto a causa dei pregiudizi di Uccio.

 

STORIA Un testo che indaga un tragico fenomeno epocale attraverso il racconto tutto “calabrese” (misconosciuto dai grandi storiografi) di Ferramonti di Tarsia. Tra il giugno e il settembre 1940, fu realizzato, per volere del regime fascista, un campo di internamento per ebrei in questo piccolo centro del cosentino. Un campo di internamento e non di "concentramento" conosciuto dalla comunità ebraica, in Italia sono stati scritti anche dei libri, ma su quelli di storia non trova ancora una giusta collocazione. Un gioco teatrale che pone domande scottanti sulle cecità storiche dell'Olocausto e sulla disarmante attualità di pregiudizi e preconcetti che scatenarono la Shoah.

 

PROSSIMI APPUNTAMENTI L'8 agosto ma proseguirà anche il 9, prenderà il via il secondo laboratorio teatrale dedicato ai più piccoli. A tenerlo sarà il “Crea” con Paolo Spinelli e Graziella Spadafora. Il laboratorio teatrale interattivo avrà come tema un misterioso furto o delitto. Due attori seguiranno scrupolosamente le fasi dell’indagine dettando tempi e fornendo strumenti di interpretazione. Un gioco teatrale, ma contemporaneamente un invito all’ascolto e all’osservazione perché solo un particolare porterà alla soluzione. Il 9 agosto, infine, il ritorno sul palco del “Libero Teatro” con “Giangurgolo, principe di Danimarca”, scritto e diretto da Max Mazzotta, direttore artistico della rassegna.

 

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