I Vinibuoni d'Italia arrivano anche dalla Calabria - VIDEO

È stata presentata a Torre Melissa la guida Vinibuoni d'Italia 2018 che vede una folta partecipazione di aziende vitivinicole della nostra regione e del Crotonese
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di Giuseppe Laratta
8 aprile 2018
11:27

Con ventisette aziende inserite e sette di queste che ottenuto la Corona – ovvero il massimo riconoscimento – anche la Calabria e il crotonese sono state inserite nella guida Vinibuoni d'Italia 2018. Nella serata di ieri si è tenuta la presentazione a Torre Melissa, in provincia di Crotone, nella spettacolare location della Torre Aragonese; presenti il coordinatore calabrese della guida Umberto Gambino, il sottosegretario al Mibact Dorina Bianchi, il presidente del Consorzio Vini Cirò e Melissa Raffaele Librandi, Gennaro Convertini dell'Enoteca Regionale, coordinati dal collega Vincenzo Alvaro che ha moderato la serata.

 


«La guida – ha osservato Gambino – è giunta alla quattordicesima edizione – ed è la prima e l'unica che tratta dei vini esclusivamente prodotti con uve da vitigni autoctoni. La qualità dei vini della regione Calabria cresce costantemente, come anche la partecipazione dei produttori, infatti quest'anno sono quarantasei le aziende che hanno inviato i campioni, ventisette sono state inserite nella guida, e sette hanno ottenuto la Corona. Si tratta delle cantine Baccellieri, Viola, Ceraudo, Ferrocinto, Librandi, Scala, e Tenuta Iuzzolini».

 

Una serata che ha visto rimarcare anche il rapporto che c'è tra la viticultura e il settore turistico, poiché è un fenomeno in espansione quello che vede il binomio tra vino e turismo: «siamo in un posto che dal punto di vista paesaggistico e turistico rappresenta un luogo d'eccellenza – ha dichiarato l'onorevole Bianchi – naturalmente dobbiamo iniziare a lavorare anche con le cantine per creare dei veri e propri percorsi enogastronomici che oggi rappresentano un'eccellenza del nostro Paese. Da qui partiranno una serie di iniziative anche di promozione dei territori, proprio per sviluppare un turismo che non sia solo quello balneare, ma più qualificato e attento alla cultura e alle caratteristiche del luogo, del paesaggio, che possa fare apprezzare anche il modo di vivere semplice ma buono e bello che la nostra regione può offrire».

Giornalista
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