Eccellenze

Ritratto non autorizzato di uno dei più grandi musicisti calabresi: Mario Spinelli

Una carriera ricca di riconoscimenti e apprezzamenti. Sue le musiche di cortometraggi, docufilm e di tanti spot nazionali. Un maestro mai troppo celebrato in una terra che spesso ignora le sue eccellenze

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1 dicembre 2022
13:44

“Ciao Franco, sono Mario Spinelli, spero di trovarti in ottima forma fisica e mentale, è tanto che non ci sentiamo, quando sei qui, se riesci a trovare 5 minuti per il tuo vecchio amico, avrei piacere di prendere un caffè con te nel mio studio”. Certamente deve essere uno scherzo.
Mario Spinelli non è uno qualunque. E raramente fa inviti del genere.
Musicista, una vita da docente al Conservatorio musicale di Cosenza. Non solo suona divinamente, non solo è autore, compositore e un grandissimo pianista. Il maestro Spinelli è musica. È ‘la’ musica.

«Fin da piccolo mi sono nutrito di musica a 360 gradi. Da Palestrina ai contrappuntisti fiamminghi, da Monteverdi a Shostakovich, da Morricone al Progressive. Da Gianni Morandi alle tarantelle e così via dicendo. Non ho tralasciato nulla».
Se per lui la musica è vita, ed è tutto, non potevano mancare le ossessioni. Come lo stesso ovviamente conferma: «La mia ossessione era capire cosa succedeva sotto la melodia. Con i sintetizzatori realizzavo i brandeburghesi, le fughe, i preludi ai corali di Bach, arrangiavo i preludi di Chopin e tanto altro».


Chi è il maestro Spinelli

Oltre agli studi classici (certamente questo è il suo punto di forza), se oggi riesce a fare quasi di tutto è dovuto all'insaziabile sete di conoscenza e all'ascolto continuo, oserei dire spasmodico di tutti i generi musicali.
Schivo, riservatissimo, carattere duro e intransigente, passa dal suo detestare in maniera viscerale i green pass dei governi dell’era covid, fino ad amare così tanto Padre Pio da considerarlo il suo angelo custode: «Mi sono innamorato di Padre Pio fin da bambino, oggi lo sono ancora di più».

La sua lunghissima e appassionante carriera è ricchissima di riconoscimenti e apprezzamenti. Sono sue le musiche de ‘L’ultimo gradino’ di Natascia Bonacci, il cortometraggio vincitore del “Montecatini international short film festival”. Un trionfo su 50 opere in gara provenienti da altrettanti Paesi.
Sue le musiche del docufilm che racconterà i successi centrati negli ultimi mesi dalla pallavolo azzurra. Prodotto da A.F. Project srl, il documentario realizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Pallavolo, andrà in onda nel gennaio 2023 su Rai2. Ancora sue le musiche del film Rughe, menzione d'onore al Vienna International Film Awards .

Ha firmato le musiche per il cortometraggio Aldilà del mare, “Tra tutti i miei film, è quello più duro”, ha spiegato il pluripremiato regista Massimo Ivan Falsetta. Il tema è quello del traffico di organi. Alessandro Haber è stato il valore aggiunto al film.
A settembre 2022 un brano del Maestro Spinelli, "Adina" , edizioni RTI Mediaset, è stato ‘ritagliato" per la serie Kolossal all'Italiana in onda su Rete 4.
Ancora un suo brano, "Living nature" edizioni RTI per la serie di spot "Mediaset ha a cuore il futuro" (riscopriamo il patrimonio italiano) andato in onda su tutte le reti Mediaset.
Suo lo spot, ancora per Mediaset, per la festa della mamma 2022.
Intanto è impegnato in un lavoro lungo, delicato e assai meticoloso. Al fianco del regista Jordan River per il film “Il monaco che vinse l’apocalisse”, su Gioacchino da Fiore.

A febbraio scorso è andato in onda all'interno del programma "Avanti un altro", il sul brano "Cha cha boys" per la pubblicità Acqua Ferrarelle.
In “Francesco e gli invisibili" il Papa incontra gli ultimi, per la sonorizzazione, tra gli altri, anche i brani emotional edizioni RTI di Mario Spinelli. In onda in prima serata su Canale 5.
Ha firmato la pubblicità della regione Sicilia targata RTI, in onda su tutti i canali nazionali, Mediaset, Rai, La7 ecc. un’ennesima gratifica professionale per l’ineguagliabile musicista silano.

Quando ti arriva una telefonata dal vertice di Mediaset e ti dice: “Maestro Spinelli, abbiamo pensato a lei per gli arrangiamenti e l'orchestrazione delle musiche dei fratelli De Angelis per una fiction che andrà in onda su Canale 5", allora capisci che tutti i sacrifici, lo studio spasmodico sulle partiture dei grandi maestri del passato e la dedizione assoluta al tuo lavoro, tutto ciò è valso a qualcosa, anzi è servito davvero a molto. E di questo va fiero Spinelli, perché ha raggiunto straordinari risultati rimanendo a vivere nella sua adorata e meravigliosa terra della Sila.
Quelli appena riportati sono solo una parte dei risultati ottenuti negli ultimi due anni. Se dovessimo ripercorre gli straordinari risultati ottenuti nel corso degli ultimi decenni, non basterebbero una cinquantina di pagine.

Spinelli non lo vedi in giro, raramente si trova una sua foto sui social, ha poche frequentazioni e mantiene rapporti con pochi amici, soprattutto quelli che conosce sin da ragazzo. Negli anni ‘70, quando la tecnologia dormiva sonni tranquilli, Spinelli suonava con il gruppo musicale ‘I neologisti’, soprattutto per le feste nuziali e per qualche serata in piazza a San Giovanni in Fiore. Ha imparato a suonare sin da quando aveva 10 anni. Gli organi a canne delle chiese più importanti, lo incantavano. Poi arrivò il conservatorio Giacomantonio di Cosenza, il suo regno. E da lì avrebbe firmato decine di bravissimi musicisti e avrebbe costruito la sua straordinaria carriera.
Il Maestro Spinelli è già leggenda. Inarrivabile, ineguagliabile, prestigiosissimo.

«Riesci a trovare 5 minuti per il tuo vecchio amico? Avrei piacere di prendere un caffè con te nel mio studio?». Non era uno scherzo, era davvero un suo whatsapp. E non sono stati 5 minuti, ma almeno 45. Come un tempo, quando andavamo con la mia auto e gli facevo sentire l’ultimo album di Mina. Perché, come lei stessa scrisse: “La musica, bella o brutta, seria o ignorante, santa o puttana, è lunga. E non ti abbandona. È il rumore dell'anima. E ti si attacca alla pelle e al cuore per non lasciarti più”. Ne sa qualcosa il maestro Mario Spinelli, mai troppo celebrato in questa terra che troppo spesso ignora i suoi figli migliori, per privilegiare quelli che ‘vengono da fuori’.

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