Penne di Calabria

Saverio Basile, storia di un cronista di periferia che sa raccontare la sua gente

Quando scrivere era una sfida contro il tempo da condurre con pochi mezzi, il giornalista, fondatore di riviste e quotidiani, è diventato un pioniere delle notizie

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di Franco Laratta
8 maggio 2023
20:00
Saverio Basile
Saverio Basile

C’era una volta…il cronista di periferia. Erano i corrispondenti di organi di informazione che seguivano in prima persona, senza mezzi e senza tecnologia alcuna, i piccoli e grandi eventi quotidiani. Era un compito arduo, perché questo significava prendere posizione, raccontare, denunciare. In sostanza significava essere protagonisti della vita di un comunità e della sua storia.

I cronisti di periferia erano in effetti i testimoni di un tempo che si avviava verso una rapida e profonda trasformazione. Tra gli anni ‘60 e ‘gli anni 70 l’Italia era in corsa per rinascere, ripartire, abbracciare la modernità e raggiungere l’evoluzione dei tempi. Il tutto al Sud era particolarmente più difficile e complesso. Si poteva anche rischiare la vita!


La grande sfida dell'informazione d'antan

Saverio Basile ha vissuto pienamente un’epoca di forti sfide politiche, culturali e sociali, soprattutto nelle aree interne della Sila. Giornalista pubblicista sin dal 1961; corrispondente per testate nazionali importanti, poi per la Rai quando nacquero le sedi regionali; quindi per i giornali regionali. Basile è stato fondatore e direttore di diverse testate locali. Sempre con semplicità e naturalezza. Sempre in primo piano. Ha cominciato a scrivere già dal 1954 pubblicando i primi articoli sul "Corriere dei Piccoli". Poi ha scritto per "Battaglia Calabra", "Giornale d'Italia", "Gazzetta del Sud’,  “Il Quotidiano", e "Calabria Sconosciuta". È stato tra i primi collaboratori de " Il Giornale di Calabria", "Cittacalabria", "Il Crotonese"

Protagonista della quotidianità

Il 2 giugno del 1961 fonda e dirige il mensile "Il Corriere della Sila", che dopo una pausa riprenderà nell'ottobre 1997 come "Il nuovo Corriere della Sila”, puntualmente in edicola ancora oggi. Altri giornali fondati o diretti da Basile sono "Cronache Calabresi" (1962), "Calabria Notizie" (1965), "Magna Grecia" (1970), "Florensia" (1984), "Capoverso" (2001).

Il 21 ottobre 1976 fonda e dirige la prima radio libera: “Radio SGF 103"; il 13 dicembre 1987 fonda e dirige "Sila Tv", la prima ed unica Tv privata silana. E fu subito un successo clamoroso, andato avanti per molti anni. Gli è stato assegnati per quattro volte il Premio della Cultura da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri: nel 1970 (presidente  Emilio Colombo); nel 1974 (presidente Mariano Rumor); nel 1979 (presidente Giulio Andreotti) e nel 1987 (presidente Giovanni Goria). È tra i fondatori del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti del quale è tutt’ora vice presidente.

Cultore del dialetto e scrittore

Dopo una così lunga e intensa attività, Basile è rimasto quello di sempre, autentico e vero, un protagonista della quotidianità, dei piccoli grandi eventi, della storia di una comunità che, come tutte le aree interne calabresi, scopre di essere in crisi, con sempre più giovani che vanno via. Basile, cultore del dialetto, delle tradizioni, della storia locale, ama guardare lontano, anche verso le decine di migliaia di migrati calabresi all’estero, assetati di notizie dei paesi di origine. Nel corso dei decenni ha creato, giorno dopo giorno, un grande archivio con i giornali che parlano della Calabria, soprattutto della Sila e della sua amata San Giovanni in Fiore, la città dove ha svolto anche attività professionale, politica, culturale. Sempre da protagonista.

La sua attività editoriale è intensa. Tanti sono i volumi che ha pubblicato negli anni: "Aria di casa nostra" (Editrice Calabria Notizie, 1969); “La Sila - Guida turistica" (Editrice Calabria Notizie, 1972); "Scippaporta - Racconti calabresi" (Esb. 1978)

Di notevole successo "Leggende Silane" (Esb, 1987), venti leggende silane recuperate e restituite  a tutti, un bene culturale altrimenti destinato alla dissoluzione. Un altro grande successo ha ottenuto "Ritorno al passato" (Alessio, 1992) con il quale Basile consente di entrare in un mondo sconosciuto ai più. Pensiamo ai piccoli raccoglitori di olive, i cosiddetti battelli, che per un lavoro quotidiano e massacrante ricevevano  solo 10 litri di olio al mese.

Una produzione fiorente

Con la pubblicazione de  "Le Chiese di San Giovanni in Fiore" (Pubblisfera, 1995-1999) si legge un’accurata descrizione dell'Abbazia Florense, casa madre dell'ordine dei Florensi. In "Bibliografia Florense" (Pubblisfera, 2000) Saverio Basile parla della «capitale culturale della Sila» e dello stesso altopiano silano, con un invito a tornare al libro, per riscoprire la lettura, per riaprire e riempire le biblioteche. 

Particolarmente interessante "La Donna Sangiovannese e il suo costume" (Il nuovo Corriere della Sila, 2002). Qui Basile racconta come non  ci sia stato viaggiatore antico o moderno giornalista, che non sia rimasto affascinato dalle donne di San Giovanni in Fiore, che non abbia cercato di descriverne costume e costumi: Norman Douglas, Vincenzo Padula, Domenico Zappone, Antonio Delfino, Carmine Abate.

In "Mattmark -Storia di una tragedia annunciata" (Pubblisfera 2010), si parla del “fenomeno dell'emigrazione calabrese nel mondo, che nel corso dei secoli ha interessato milioni di lavoratori e lavoratrici che hanno lasciato la terra natia e affrontato vite di stenti, sacrifici, umiliazioni, solitudine pur di sostenere le famiglie”.

Altre opere: "Vecchi ricordi" (Pubblisfera, 2011); "Persone e fatti di mia conoscenza" (Il nuovo Corriere della Sila, 2017). Letture brevi, facili, interessanti di vita vissuta nell'età più bella di una persona. Infine: "Soprannomi Sangiovannesi" (Pubblisfera, 2021). 

Per un quinquennio ha ricoperto la carica di vice segretario regionale del Sindacato Giornalisti Calabresi. Gli articoli scritti e pubblicati sono nell’ordine di diverse migliaia. Gli anni di attività sono 70!  Settant’anni sempre tra la gente, osservatore attento e puntuale delle storie della comunità. Per l’appunto il cronista delle periferie. Con semplicità e tanto amore verso la gente comune.

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